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29/07/2025 ore 06.47
Ambiente

Acqua, il tempo è scaduto: senza una svolta concreta la Calabria rischia di perdere la transizione idrica

La riforma è bloccata, i fondi europei a rischio, Sorical ancora non operativa: la nostra regione ha tutto, ma resta immobile. E la relazione dell’Arera lo certifica. Gualtieri: «Non si chiedono miracoli, ma risultati. E in fretta».

di Redazione

«La Calabria ha sete. Di acqua e di risposte. Di futuro e di concretezza. Dopo mesi di analisi, denunce e proposte, la relazione semestrale dell’Arera, pubblicata il 22 luglio 2025, restituisce finalmente una fotografia ufficiale dello stato del nostro sistema idrico». Lo scrive in una nota Bruno Gualtieri, ex commissario straordinario di Arrical, l’agenzia regionale per la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti.

«Uno specchio che non ammette più scuse: la Calabria ha completato la cornice normativa e istituzionale, ma è il momento di passare all’attuazione concreta. Con la legge regionale n. 10 del 2022, la nostra Regione ha posto le basi per un riordino profondo del settore, unificando la governance dell’acqua e dei rifiuti in un unico ente, Arrical, e individuando in Sorical il gestore unico del servizio idrico integrato.

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Una scelta coerente con le indicazioni nazionali e con le esigenze di superamento della frammentazione storica, causa principale di inefficienze, perdite, disservizi e infrazioni comunitarie. Arera lo riconosce: il quadro normativo calabrese è solido. E segnala come punto di svolta l’approvazione, nel settembre 2024, del piano d’ambito regionale, passaggio essenziale che ha sbloccato l’utilizzo dei fondi comunitari.

Senza questo atto pianificatorio, risorse strategiche sarebbero rimaste inutilizzabili. Eppure, nonostante questi passi avanti formali, la riforma resta sostanzialmente in stallo. In un precedente articolo, pubblicato ad aprile, scrivevo che “la vera questione da affrontare, su cui l’assemblea dell’Autorità Idrica della Calabria è chiamata a riflettere con urgenza, è: quale modello adottare per garantire finalmente un servizio idrico integrato stabile, efficiente e duraturo?”

Oggi, a distanza di mesi, quella domanda è rimasta sospesa. L’assemblea non ha ancora definito una strategia chiara. Nessun atto di indirizzo ha tracciato un cronoprogramma pubblico e vincolante. Arrical, da parte sua, continua a rinviare i termini per il subentro di Sorical nei servizi locali, lasciando i Comuni nella gestione diretta o attraverso soggetti privi di titolo conforme alla normativa.

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La relazione Arera è netta: la Calabria ha rispettato gli obblighi di istituzione dell’ambito unico e di individuazione del gestore, ma non ha ancora completato il processo di affidamento. Decine di Comuni proseguono con gestioni in economia o con proroghe scadute, in aperta violazione delle scadenze fissate dalla legge (30 settembre 2022). Il gestore unico Sorical, pur formalmente individuato, non è ancora pienamente operativo.

Il suo piano industriale c’è, ma l’attuazione concreta è rallentata da ritardi procedurali e assenza di una guida centrale. Eppure, non mancano le idee. Il progetto CeWS (Circular Engineering for Wastewater System), presentato da Sorical e sostenuto da Arrical, propone una rivoluzione nella gestione delle acque reflue costiere, puntando su recupero, riuso e circolarità. È un’iniziativa ambiziosa e perfettamente coerente con le direttive europee.

Ma anche questa resta ferma alla fase progettuale, mentre gli impianti esistenti soffrono di incuria e obsolescenza, e le sanzioni comunitarie si accumulano. Il rischio, concreto, è che la Calabria perda l’occasione irripetibile di una vera transizione idrica. Per ogni mese di inerzia aumentano le perdite in rete, cresce la vulnerabilità dei territori alla siccità, si aggravano i problemi di approvvigionamento per le famiglie e le imprese.

La mancanza di un bilancio idrico regionale aggiornato, l’assenza di un sistema di monitoraggio delle risorse e la lentezza nel recupero delle sorgenti dismesse costituiscono elementi di debolezza strutturale. Arera lo dice chiaramente: l’incompletezza della riforma minaccia anche la capacità della Calabria di accedere e spendere efficacemente le risorse europee.

A questo punto, Regione, Arrical e Sorical devono assumersi fino in fondo la responsabilità del cambiamento. La riforma non va solo proclamata, va attuata. Serve un percorso trasparente e misurabile, con tappe definite e strumenti di verifica pubblici. Serve una cabina di regia tecnica e istituzionale, capace di affiancare i Comuni, superare le resistenze locali e costruire alleanze operative con consorzi, università, professionisti e imprese.

Non bastano buoni progetti: occorrono esecuzione, risultati, impatti misurabili. La Calabria ha tutto: una normativa coerente, un gestore identificato, un piano approvato, fondi disponibili, competenze diffuse. Ora serve solo il coraggio del cambiamento. A Sorical e Arrical, oggi, non si chiede di fare miracoli, ma di fare bene e in fretta. Perché l’acqua non aspetta. E i calabresi, nemmeno».