Clima e salute, in Europa 100mila morti in due anni per il caldo estremo: scatta l’allarme sanitario
L’Oms lancia la Commissione Pan-Europea su Clima e Salute: ospedali da ripensare, sistemi sanitari da rafforzare e città sempre più vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale
Il caldo estremo non è più solo un problema ambientale: è diventato una vera e propria emergenza sanitaria. Solo nel biennio 2022-2023, in Europa, le vittime del caldo eccessivo sono state circa 100.000. Secondo i nuovi dati, invece, il mese di marzo di quest’anno è stato il più caldo in Europa, con una temperatura media – stimata dal Copernicus Climate Change Service – di 6,03 gradi, quasi 2,5 gradi superiore rispetto alla media.
Numeri impressionanti che spingono gli esperti a lanciare l’allarme: il cambiamento climatico non è solo una minaccia futura, ma sta già colpendo con forza le nostre vite e, soprattutto, la nostra salute.
Clima e salute: un'emergenza già in corso
Per rispondere a questa crisi, l’11 giugno 2025 è stata istituita la prima Commissione Pan-Europea su Clima e Salute (PECCH), promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’area europea. A guidarla sarà Katrin Jakobsdottir, ex primo ministro islandese.
L’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente al mondo. Secondo i dati dell’Oms, un terzo di tutte le morti globali legate al caldo estremo si registra proprio qui. Quattro degli anni più caldi mai rilevati si sono concentrati dal 2020 ad oggi, con il 2024 che ha segnato il nuovo record assoluto di temperatura.
Il futuro non è più lontano: entro il 2030, l’80% degli europei vivrà in aree urbane, dove l’asfalto, la scarsa vegetazione e la densità abitativa aumentano sensibilmente la percezione del caldo. A questo si aggiunge un altro dato preoccupante: un cittadino su dieci, nelle città europee, abita in zone a rischio alluvione, e il riscaldamento globale rende questi eventi nove volte più probabili.
Il caldo non colpisce tutti allo stesso modo. Le categorie più a rischio sono i bambini, gli anziani, le persone con malattie croniche, le donne in gravidanza e le popolazioni più povere o isolate. L’aumento delle temperature provoca più casi di colpi di calore, malattie respiratorie, infezioni, ma anche problemi psicologici: cresce il fenomeno dell’eco-ansia, cioè lo stress causato dalla paura per gli effetti del cambiamento climatico.
Come la Commissione PECCH affronterà la crisi
La Commissione PECCH riunisce 11 esperti di alto livello da diversi Paesi europei. Il loro compito sarà formulare raccomandazioni pratiche per rendere i sistemi sanitari più forti e pronti ad affrontare gli effetti del clima estremo.
Le proposte riguarderanno, ad esempio:
• ospedali a basso impatto ambientale (meno energia sprecata, più rinnovabili),
• sistemi di allerta per le ondate di calore
• strategie per ridurre gli sprechi
• coordinamento con le comunità locali, specialmente in zone fragili come isole o piccoli Stati
Sanità sostenibile: una sfida urgente
C’è un’altra verità scomoda emersa dai lavori della Commissione: il settore sanitario contribuisce al 5% delle emissioni globali, più dell’intero traffico aereo commerciale. Questo significa che anche ospedali, cliniche e ambulanze devono diventare più sostenibili, riducendo il proprio impatto ambientale.
“Dobbiamo ridurre le emissioni e preparare la sanità a un mondo sempre più instabile”, ha dichiarato Andrew Haines, il braccio destro di Katrin Jakobsdottir. La sfida è duplice: curare meglio in un clima che peggiora, senza peggiorare ulteriormente il clima.
I dati sono chiari. Le ondate di calore, le alluvioni e le malattie legate al clima non sono eventi rari, ma stanno diventando la normalità. E senza un cambiamento immediato, i numeri continueranno a crescere.
La Commissione sul clima e salute è solo un primo passo. Ma è un segnale importante: la scienza, la politica e la sanità devono lavorare insieme, e subito, per evitare che il futuro sia ancora più caldo... e più pericoloso.