Sezioni
Edizioni locali
12/10/2020 ore 13.46
Ambiente

I presidi Slow food festeggiano 20 anni: porte aperte nelle aziende calabresi

Domenica 18 ottobre tante realtà produttive regionali accoglieranno visitatori per celebrare Terra Madre 2020

di Vincenzo Alvaro

Vent'anni fa in occasione del Salone del Gusto 2020 nascevano i Presidi Slow Food, che proponevano al pubblico i primi 100 prodotti da salvare. Un'azione promossa dall'associazione di Carlo Petrini che negli anni a venire ha rivoluzionato il concetto di biodiversità. Per celebrare l'anniversario importante per il movimento internazionale e legare sempre di più i consumatori alle aziende produttrici di queste eccellenze alimentari del Paese in Calabria Slow Food propone Presidi aperti. Domenica 18 ottobre saranno molti i produttori dei Presidi Slow Food calabresi che apriranno le porte delle loro aziende al pubblico.

Conoscere, ascoltare, assaggiare

Lo stile della giornata sarà nel tipico stile Slow Food. I custodi della biodiversità alimentare calabrese apriranno le porte delle aziende agricole e dei laboratori di trasformazione, per condividere con il pubblico una parte della loro quotidianità e permettere ai visitatori di ascoltare i loro racconti, assaggiare i loro prodotti, conoscere da vicino le loro storie dei custodi della biodiversità. I Presidi Slow Food italiani sono 326 e coinvolgono oltre 3000 produttori: in Calabria hanno già aderito il presidio Slow Food dell’olio extravergine italiano (con le aziende Az. Ag. Fratelli Renzo a Rossano, Pasquale Labonia a Caloveto, Antonella Candiano a Rossano, Az. Agricola Torchia a Tiriolo, Az. Agr. Tenute Loria a Delianuova, Az. Agr. F.lli Fazari,a San Giorgio Morgeto), il Presidio Slow Food del pecorino di Monte Poro (con la nostra tradizione di Gabriele Crudo a Limbadi), ma anche il presidio Slow Food del moscato di Saracena (con le aziende az.Agr. Laurito Franco, Cantine Viola e Feudo del Sanseverino a Saracena), insieme al presidio Slow Food del Caciocavallo di Ciminà (Caseificio Anna Romano a Ciminà) ed il Presidio Slow Food del capicollo azze anca grecanico (Agriturismo AgriRiggio, – Lazzaro di Motta S. Giovanni) ed altri se ne aggiungeranno nei prossimi giorni.


La tutela delle piccole produzioni


Il lavoro di tutela svolto da Slow Food è stato a difesa di piccole produzioni di nicchia che rischiavano di scomparire perché era l’agricoltura industrializzata degli ultimi decenni a spingerli fuori dal mercato mettendoli in concorrenza con prodotti banali e standardizzati, sempre uguali a se stessi, ma facili da trovare sugli scaffali dei supermercati; perché l’urbanizzazione aveva spopolato le campagne italiane; perché le normative iper-igieniste avevano trasformato i laboratori artigiani in locali sterili, uccidendo insieme ai batteri nocivi anche miliardi di microbi innocui che soli donano profumi e sapori. Oggi i Presìdi Slow Food sono quasi 600 in 78 Paesi del mondo e coinvolgono migliaia di produttori.

I loro prodotti sono ricercati, remunerati giustamente e i giovani si fermano di nuovo nelle campagne, perché questi prodotti possono offrire un futuro. «In questi 20 anni - ha aggiunto Alberto Carpino, responsabile dei presidi Calabria - Slow Food ha usato parole semplici per raccontare la ricchezza delle storie delle donne e degli uomini che testardamente custodivano saperi secolari, varietà vegetali, razze animali locali, li ha riuniti in associazioni, li ha incoraggiati a darsi dei disciplinari di produzione, ha creato numerose occasioni nelle quali proporsi a un pubblico più attento e sensibile, desideroso di fare qualcosa per non perdere il meglio della tradizione alimentare italiana».