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06/07/2025 ore 20.00
Ambiente

Il magico mondo delle api e il loro (fondamentale) contributo per l’ecosistema: «Non si lamentano mai e lavorano per il bene collettivo»

A tu per tu con l’apicoltore specializzato Rubino Giordano, da anni impegnato per far conoscere a famiglie e bambini il prezioso ruolo svolto dalle api. Il prossimo 19 luglio nuova iniziativa nella riserva “I Giganti della Sila”

di Francesco Graziano

Senza le api, il mondo che conosciamo non esisterebbe. Il cibo che mangiamo e la biodiversità che ci circonda dipendono dal loro lavoro prezioso ed instancabile. Grazie ad un corso promosso dall’Arsac a San Giovanni in Fiore, Rubino Giordano si è appassionato al mondo delle api e da allora, con entusiasmo ma anche con grandi sacrifici, porta avanti una serie di attività per farlo conoscere a tutti, soprattutto ai giovani e nelle scuole. 

Rubino, come e quando nasce la tua passione per le api?

«La mia passione per la natura è innata. Fin da piccolo ho sempre sentito un'attrazione per gli animali. Essendo nato a Napoli, forse proprio per questo ho sviluppato una sensibilità ancora maggiore verso la natura: quando cresci in una grande metropoli, il verde lo apprezzi di più. La passione per l’apicoltura, invece, è nata circa 7-8 anni fa, quando ho partecipato a un corso organizzato dall’Arsac a San Giovanni in Fiore, tenuto dal professor Giovanni Lamanna. Da lì si è aperto un mondo davanti a me e finalmente ho potuto dare sfogo a questa mia vocazione».

Dove operate?

«Operiamo principalmente in Calabria, nel cuore del Parco Nazionale della Sila. È qui che portiamo avanti i nostri progetti con l’associazione nazionale “Miele in Fiore”, che ho fortemente voluto creare proprio per diffondere la cultura dell’apicoltura e la consapevolezza del ruolo cruciale delle api nel nostro ecosistema».

State coinvolgendo le scuole?

«Assolutamente sì. Credo fermamente che il cambiamento possa partire solo dai più piccoli, che rappresentano il nostro futuro. Portiamo nelle scuole percorsi educativi per far comprendere l’importanza delle api, del rispetto per l’ambiente e della biodiversità. Sono convinto che solo educando le nuove generazioni possiamo sperare di invertire la rotta di un sistema ormai malato, segnato da cambiamenti climatici e da un uso smodato di pesticidi».

‘Un giorno da apicoltore’ tra boschi secolari, fra profumi di miele e ronzanti meraviglie della natura. Un’iniziativa pronta a tornare il 19 luglio? Quali gli obiettivi?

«Sì, il 19 luglio ci sarà una nuova edizione di “Un giorno da apicoltore”. È un’occasione unica per famiglie, bambini e curiosi per immergersi nel mondo delle api in un contesto meraviglioso: la riserva dei Giganti della Sila. L’obiettivo è duplice: da un lato offrire un’esperienza educativa e sensoriale, dall’altro sensibilizzare le persone sull’importanza della salvaguardia delle api e della natura in generale. Grazie al sostegno dei partner e alla nostra associazione, eventi come questo diventano momenti fondamentali di divulgazione e condivisione».

State insegnando il ruolo fondamentale delle api per l'ecosistema. Senza api il mondo muore!

«Proprio così. Chi conosce davvero le api sa quanto siano straordinarie: non si lamentano mai, non chiedono nulla in cambio e lavorano per il bene collettivo. Ci insegnano il valore del rispetto e della cooperazione. Noi cerchiamo di trasmettere proprio questo: imparare dalle api, rispettare il creato e prenderci cura del nostro pianeta, perché senza le api non c’è futuro».

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C'è stato un momento, durante i tuoi progetti con le api, che ti ha lasciato qualcosa di davvero indimenticabile?

«Sì, ce ne sono stati tanti, ma uno in particolare mi è rimasto dentro. Paradossalmente, sono sempre state le api a insegnarmi qualcosa, più di quanto io abbia insegnato agli altri. Ricordo un incontro in cui partecipava una persona con ritardi cognitivi, persone che spesso vengono emarginate dalla società solo perché considerate “diverse”. Ecco, in quel momento, davanti alle api, quella diversità è sparita. Quella persona si è dimostrata uguali a tutti gli altri: attenta, curiosa, partecipe. Non c’era nessuna barriera. Le api non giudicano e lei, proprio grazie a questo contatto diretto con la natura, si è espressa in una maniera che mi ha commosso. È difficile spiegare cosa ho provato, ma è un’emozione che porterò sempre con me. È in quei momenti che capisci che le api non fanno solo miele, ma insegnano rispetto, equilibrio e, soprattutto, umanità».

Se potessi esprimere un desiderio legato a tutto ciò che fai per le api e per la natura, quale sarebbe?

«Il mio desiderio più grande è che tutto quello che ho seminato in questi anni possa un giorno dare frutti. Ho fatto sacrifici veri: ho messo da parte il tempo per me e per la mia famiglia, ho rinunciato a ferie, riposi, weekend... tutto per portare avanti questo impegno. Ma non mi lamento, perché ci credo davvero. Spero che un giorno tutto questo serva a qualcosa, che le nuove generazioni possano guardare alle api con rispetto e consapevolezza. Che questo piccolo, meraviglioso insetto possa vivere in un mondo più pulito, più giusto, grazie anche al mio contributo. Se succederà, allora tutti i sacrifici avranno avuto senso».