In Calabria il consumo di suolo frena ma resta l’allarme: ecco i Comuni dove il cemento si è mangiato più ettari di verde
Nel 2024 solo il 5,10% del territorio è stato urbanizzato, contro il 7,17% nazionale. Ma anche qui aumenta la pressione edilizia e la perdita di aree naturali. I record a Reggio Calabria, Corigliano Rossano e Lamezia
La Calabria è una delle regioni italiane con il minor numero di ettari di suolo consumato. Nel 2024 appena il 5,10% rispetto al 7,17% di media nazionale. Parchi nazionali e siti natura preservano il 37% del territorio regionale che è pari a 1.508.100 ettari, 15.081 km². La superficie boschiva, che domina una orografia caratterizzata quasi per il 50% da rilievi collinari e montuosi, è di circa 480.000 ettari. La Calabria ha 76.944 ettari di suolo consumato con un aumento di 231 ettari nel 2024. Ogni volta che si costruisce un edificio pubblico o privato e un’infrastruttura viene meno una quota di spazio ambientale. Nel loro rapporto annuale sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente forniscono un quadro aggiornato dei processi di trasformazione del territorio italiano. I dati dell’ultimo anno mostrano una crescita significativa del consumo di suolo: 83,7 km² di territorio trasformato in aree artificiali, con un incremento del 15,6% rispetto al 2023. Il suolo naturale si riduce al ritmo di 230.000 m² al giorno. È il valore più alto degli ultimi dodici anni, con una crescita del suolo consumato a livello nazionale dello 0,37%. Le opere artificiali occupano più di 21.500 km2, il 7,17% del territorio italiano. Quasi il doppio della media europea, che si attesta sul 4,4%.
Opere artificiali rappresentate da cave e discariche portano via suolo non più recuperabile [Missing Credit]
Lo studio di Ispra e Snpa rappresenta la mappa dell’ecosistema ambientale regionale. I primi tre comuni calabresi per superficie di suolo consumato in ettari a livello comunale sono Reggio Calabria con 3.402 ettari, Corigliano-Rossano con 2.736 ettari e Lamezia Terme con 2.387 ettari. I primi tre comuni per consumo di suolo complessivo (sia permanente che reversibile) annuale in ettari, a livello comunale, sono Cassano all'Ionio con 31,18 ettari, Villapiana con 20,94 ettari e Amendolara con 13,52 ettari. L’Alto Ionio Cosentino è l’area con la maggiore incidenza di attività artificiale. Il report evidenzia ancora che i primi tre comuni calabresi per suolo consumato in percentuale sulla superficie comunale sono Tropea con il 36,06%, Villa San Giovanni con il 28,30% e Soverato con il 27,66%.
La provincia con il maggior numero di ettari di suolo consumato è Cosenza, seguita da Reggio Calabria e Catanzaro. Ultime, quasi appaiate Vibo Valentia e Crotone. Un modo per recuperare suolo consumato e rigenerarlo è quello di installare impianti di energia fotovoltaica. In altre regioni hanno preso il posto di terreni un tempo coltivati e poi abbandonati. Su questo fronte la Calabria è molto in ritardo rispetto ad altre aree del Paese dove i progetti di rigenerazione ambientale sposano appieno le strategie di impiego di energie pulite e rinnovabili. La crescita urbana ed infrastrutturale sono necessari per lo sviluppo economico e sociale ma restringono gli spazi degli ecosistemi ambientali e se non si fa un uso sostenibile delle risorse naturali possono essere la concausa di eventi disastrosi. Nel momento in cui si costruisce un edificio ad uso pubblico o privato, una galleria o un tratto di ferrovia o di autostrada, una fabbrica, un ospedale, una scuola o un centro commerciale, si mette mano ad una parte del patrimonio ambientale difficilmente sostituibile e recuperabile.