La Calabria brucia ma i numeri sono un rebus: i Vigili del fuoco contano 1300 incendi in un mese, la Regione la metà
Il caso del 29 giugno: la sala operativa del comando regionale registra 107 roghi boschivi ma per la Cittadella sono appena 18. Applicativi non integrati e discordanza sui dati di un fenomeno che ogni anno deturpa campagne e boschi calabresi
La Regione nel mese di giugno ha censito «in media meno di venti incendi al giorno», per i Vigili del fuoco, invece, gli incendi registrati nello stesso periodo sono in media più del doppio.
Il groviglio di competenze
Un dato preciso e univoco, insomma, non c’è e la ragione risiede semplicemente nel groviglio di competenze e classificazioni che si sovrappongono annacquando o accentuando – in base alle specifiche esigenze - le statistiche relative al fenomeno degli incendi estivi. Un esempio recente che fornisce la misura della frammentazione del dato, su cui poi ciascuno è autorizzato a costruire narrazioni anche opposte o quanto meno discordanti, è la giornata del 29 giugno scorso.
Il 29 giugno: dati discordanti
Giornata particolarmente funestata dai roghi per i vigili del fuoco che, nei loro applicativi, hanno registrato la presenza di «107 incendi boschivi in tutta la regione», mentre la Regione in quella stessa giornata ha tenuto traccia di soli «18 incendi, di cui tre o quattro che hanno interessato il bosco».
Differenti modalità operative
il dato fornito dalla direzione regionale dei vigili del fuoco, ma è anche contemporaneamente possibile sostenere che ce ne siano stati solo la metà (circa 600), secondo la vulgata della Cittadella.
Uno scarto notevole, giustificato dalle differenti modalità operative di gestione degli incendi. Le due autorità competenti, Vigili del fuoco e Regione, registrano il numero di interventi (e, quindi, incendi) su applicativi diversi, non integrati, che forniscono, di conseguenza, dati disomogenei. È quindi possibile che a maggio in Calabria ci siano stati 1.324 incendi di vegetazione, secondoLa versione della Cittadella
«In alcune giornate al massimo abbiamo avuto venti incendi, di cui quasi tutti incendi al suolo e pochissimi incendi di bosco» spiega Raffaele Mangiardi, coordinatore regionale del sistema antincendio boschivo. Nella piattaforma regionale (PC2) vengono, infatti, registrati i soli interventi realizzati dalle squadre di Calabria Verde o dai volontari regionali, non quelli eseguiti dai Vigili del fuoco. O meglio, questi ultimi compaiono solo se l’intervento antincendio viene eseguito “interforze”, ovvero con la contemporanea presenza di squadre di Calabria Verde e Vigili del fuoco.
Regione vs Vigili del fuoco
E il perché lo spiega lo stesso Mangiardi: «La Regione ha competenza solo sugli incendi boschivi ma anche su quelli che hanno la propensione ad espandersi nel bosco; e noi su quelli interveniamo. I Vigili del fuoco possono uscire anche per una gabbiettina della frutta o per una sterpaglia al lato della strada». Tradotto: la Regione è competente per gli incendi boschivi mentre i Vigili del fuoco per gli incendi di vegetazione o di interfaccia, ovvero quelli che minacciano direttamente gli abitati e potrebbero potenzialmente provocare danni a persone o cose.
Incendi boschivi o di vegetazione?
Ma in verità la distinzione non è mai così netta, anzi, assai più labile. Prova ne è il fatto che nel database regionale ci finiscono sia incendi boschivi che incendi di vegetazione; così come nei sistemi dei vigili del fuoco vengono registrati sia incendi boschivi che di interfaccia. Insomma, più banalmente dipende da chi è presente sul posto e gestisce l’intervento.
Incendi di… erbaccia
È sempre il coordinatore Aib, Raffaele Mangiardi, a confermare la circostanza, enumerando alcuni interventi gestiti di recente dalla Regione: «Un incendio ad Acri in un capannone di infissi e pvc, poi c’era erbaccia accanto, si è esteso e siamo dovuti andare a spegnerlo. Un incendio a Rocca Imperiale di una cabina elettrica e poi, siccome non puliscono nemmeno un metro vicino all’urbanizzato, siamo dovuti andare a spegnerlo. Stiamo parlando di questo genere di incendi, ancora a Roccella per l’incendio di uliveti e vigneti agricoli perché le aziende agricole che non avevano fatto la manutenzione. Il problema degli incendi è che ormai è un tutt’uno tra urbano e rurale, c’è erbaccia dappertutto. Noi abbiamo un ottimo rapporto con i vigili del fuoco – concede Mangiardi - ci chiamiamo e chi può, ci va per primo».
La frammentazione del dato
Tuttavia, la questione della frammentazione del dato si attenua, ma non si annulla, durante il periodo di vigenza della campagna antincendio boschivo, regolata da una convenzione che prevede un rafforzamento dei dispositivi di intervento da parte dei Vigili del fuoco nei due mesi più caldi: più uomini, più mezzi. In questa fase, la contestuale presenza negli interventi di squadre dei Vigili del fuoco e di squadre di Calabria Verde diventa più frequente: «Difficilmente non abbiamo censito un incendio dei vigili» annota Mangiardi. Non è però del tutto escluso che la momentanea indisponibilità di squadre regionali, faccia registrare la sola presenza dei vigili del fuoco, e tanto basta perché il sistema regionale non censisca l’incendio.
Calabria prima per richieste di mezzi aerei
Circostanza che per Mangiardi però non inficia gli ottimi risultati conseguiti dalla Cittadella in tema di lotta agli incendi: «Nei giorni scorsi abbiamo partecipato alla cabina di regia durante la quale sono stati illustrati i dati nazionali, l’anno scorso la Calabria era prima con trenta richieste di mezzi aerei. Quest’anno siamo sesti con undici richieste di mezzi aerei».
Ma la stagione estiva è ancora solo alle porte; e in ogni caso gli incendi di vegetazione, a differenza di quelli boschivi, «non deturpano l’ambiente» per il coordinatore Aib regionale. Per essere chiari, ad esempio, «la scarpata che si vede nera dopo che si brucia, se non dal punto di vista visivo. Sono solo i prodotti della combustione a dare fastidio».