Incendi in Calabria, Legambiente rilancia le sue proposte: «Serve una svolta radicale sulla prevenzione»
La presidente Parretta e il responsabile Aree protette chiedono un cambio di rotta: «La tecnologia non basta se non è accompagnata da investimenti strutturali, responsabilizzazione dei cittadini, controlli efficaci»
«Con l’arrivo delle prime ondate di calore, la Calabria è nuovamente travolta da una grave emergenza incendi, che sta colpendo vaste aree del territorio regionale. Ma non è solo colpa del caldo. È spesso l’alibi degli ecocriminali che approfittano dei mesi estivi per mettere in atto i loro affari». Èquanto si legge in una nota di Legambiente Calabria.
«Ormai da mesi – prosegue – è incessante il lavoro dei vigili del fuoco. Preoccupante l’episodio avvenuto a Cassano allo Ionio, dove le fiamme si sono propagate pericolosamente nei pressi di una Rsa, costringendo all’evacuazione preventiva di 10 persone. Interventi anche lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo, in particolare a Tarsia (Cs), dove incendi di arbusti e macchia mediterranea hanno causato disagi alla viabilità. Ma il fenomeno in queste ultime ore sta interessando tutta la Calabria. Ad Amendolara, nello Ionio Cosentino, un vasto incendio ha circondato il paese per ore. Nella sola giornata del 29 giugno 2025, si sono registrati 107 incendi boschivi in tutta la regione. Colpita anche la Locride con un vasto rogo che ha interessato le colline fra Roccella Jonica e Caulonia».
«Un’emergenza – continua la nota – che si ripete ogni estate e che trova la Calabria ancora impreparata sul fronte della prevenzione, nonostante gli sforzi messi in campo. La Regione ha recentemente avviato il nuovo Piano AIB 2025, annunciando una politica di “tolleranza zero” con l’utilizzo di droni e satelliti per il monitoraggio del territorio. Strumenti tecnologici che, negli anni passati, hanno effettivamente portato all’identificazione di diversi piromani, ma che non hanno ancora determinato una riduzione significativa del fenomeno perché è ancora insufficiente la gestione forestale e la manutenzione ordinaria del territorio dedicata alla prevenzione del rischio incendi».
«I dati del Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente – si legge ancora – parlano chiaro: la Calabria è al terzo posto in Italia per reati legati agli incendi boschivi e di vegetazione, con: 445 reati accertati, 369 incendi registrati, 13 persone denunciate, 4 sequestri, 335 illeciti amministrativi e 371 sanzioni. Fra le province, Cosenza svetta a livello nazionale con 257 reati e 108 illeciti amministrativi, seguita da Crotone (13° posto) e Catanzaro (17° posto). Nelle prossime settimane è attesa la pubblicazione del Rapporto Ecomafia 2025, che aggiornerà questo quadro già allarmante».
«La nostra associazione – dichiarano Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente – ribadisce l’urgenza di un cambio di rotta. Gli incendi sono un fenomeno aggravato dalla crisi climatica, con ondate di calore sempre più intense e periodi di siccità prolungata, ma anche da scelte politiche inadeguate, ritardi e assenza di prevenzione strutturata. Non si può più puntare solo sulla gestione dell’emergenza. Servono politiche di buona gestione forestale, mappatura delle aree percorse dal fuoco e imposizione dei vincoli previsti dalla legge quadro sugli incendi boschivi, presidio del territorio e rafforzamento della sicurezza per le comunità nelle aree interne e montane».
«La tecnologia, da sola, non basta – continuano Parretta e Nicoletti – se non è accompagnata da investimenti strutturali, responsabilizzazione dei cittadini, controlli efficaci, repressione severa dei reati e una regia politica forte. Troppo spesso, inoltre, gli incendi sono legati a interessi criminali, come ha evidenziato la magistratura, che ha documentato il coinvolgimento della ‘ndrangheta nel business illecito della gestione dei boschi e dei pascoli abusivi».
Per affrontare in modo efficace il fenomeno, Legambiente rilancia le 10 proposte operative già presentate lo scorso anno, che vanno dalla gestione integrata del rischio incendio alla pianificazione forestale e urbanistica, fino al rafforzamento delle pene, al pascolo controllato come misura preventiva e alla ricostituzione ecologica post-incendio. «La Calabria – conclude Legambiente – non può e non deve farsi trovare impreparata. Occorre una visione lungimirante, risorse adeguate e volontà politica per scongiurare i disastri a cui stiamo assistendo e che rischiano di diventare strutturali con l'aggravarsi della crisi climatica».