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18/06/2025 ore 07.32
Ambiente

Spiaggia da bandiera nera a Pizzo, tra plastica e rifiuti i turisti se ne vanno: «Volevamo fare il bagno ma è impossibile»

VIDEO | Buste, contenitori in polistirolo, bottiglie e perfino assorbenti galleggiano sulla riva alle spalle dell’Istituto Nautico. La rabbia dei bagnanti: «Abbiamo un paradiso, ma la trattiamo come una discarica»

di Tonino Raco

Il sole di metà giugno scalda la sabbia, il mare è calmo e l’atmosfera richiama la voglia di una giornata spensierata in spiaggia. Ma basta mettere piede sulla battigia alle spalle dell’Istituto Nautico di Pizzo per capire che la realtà è tutt’altra: bottiglie di plastica e vetro affondate tra i granelli, accendini sparsi, pneumatici abbandonati come relitti e rifiuti di ogni tipo galleggiano sull’acqua. Insomma, la scena è quella di una cartolina strappata, dove al posto del relax c’è lo sconcerto e l’indignazione di residenti e vacanzieri.

A parlare sono i bagnanti, delusi e amareggiati: «Il mare non è per niente pulito, è stata un po’ una delusione anche perché siamo solo agli inizi di giugno – racconta una ragazza –. Appena entrata la pelle ha cominciato a bruciare, quindi evidentemente l’acqua non è buona neanche per fare il bagno. È un peccato». A fare eco le parole di una madre: «La spiaggia è sporca e l’acqua è sporchissima. I ragazzi non sono riusciti a farsi un bagno, quindi ce ne andiamo disperati. Volevamo passare una bella giornata di mare, invece ce ne scappiamo».

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Un disagio diffuso, anche tra chi è affezionato a questo tratto di costa: «Purtroppo basta guardarsi intorno – spiegano due giovani di Pizzo – veniamo qui ogni anno e la situazione è sempre peggio: buste, rifiuti di ogni tipo, pure in acqua. È una situazione spiacevole, sia per chi vive qui che per i turisti». Un danno non solo ambientale, ma anche d'immagine. «Prima sono passati due turisti inglesi – racconta una signora – hanno visto tutta questa sporcizia sulla spiaggia, hanno fatto una faccia schifata e se ne sono andati. È una vergogna». E ancora: «Qui vicino l’acqua è sporca, ma andando verso Colamaio è anche peggio – racconta un ragazzo – lì è tutto verde, uno schifo. Anche le pinete sono abbandonate, la gente lascia di tutto».

Pino Paolillo, responsabile per la conservazione del WWF nel Vibonese[Missing Credit]

Sulla stessa linea, ma con uno sguardo più ampio, l’analisi di Pino Paolillo, responsabile per la conservazione del WWF nel Vibonese, che evidenzia come i problemi ambientali siano sì locali, ma anche sintomi di un sistema globale in affanno: «Il nostro mare è colpito da due problemi principali: l’eutrofizzazione, che causa fioriture algali e alterazioni delle acque, e l’inquinamento da plastica». Poi ci sono le correnti, che fanno del Golfo di Sant’Eufemia un imbuto naturale per i rifiuti galleggianti. «Le correnti portano qui ogni genere di rifiuto: da Stromboli, dalla Grecia, dall’intero Mediterraneo. Qualche anno fa recuperai un contenitore con la scritta Hellas (Grecia). È un problema internazionale, ma che si riflette con forza su questa costa».

L’inquinamento da plastica, secondo Paolillo, è «il risultato di stili di vita insostenibili e scarsa consapevolezza individuale». Solo il 10% delle plastiche mondiali viene riciclato, mentre il resto finisce in discariche o – peggio – nei mari. «Non è accettabile che per 100 grammi di formaggio si usi una vaschetta di plastica che finisce in mare. Serve un cambiamento culturale». Ma oltre alla prevenzione, è urgente agire sugli effetti visibili, aggiunge Paolillo: «Ci sono dei battelli pulisci-mare, i Pelican, pubblicizzati anche dalla Regione Calabria. Perché non vengono usati? E perché non si fanno più indagini su chi scarica illegalmente in mare? Servono controlli, serve presenza, serve volontà politica».

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