A Catanzaro la Renault 4 di Aldo Moro: centinaia di studenti calabresi davanti alla storia e ai temi del coraggio
Per la prima volta in 47 anni l’auto simbolo del sequestro lascia Roma. Gli studenti riflettono sulla memoria, la legalità e il rifiuto della violenza in un incontro promosso dalla Camera di Commercio e dalla Questura
L'auto in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse, per la prima volta è esposta al pubblico lontano da Roma; dibattiti sul grande statista democristiano ma anche su argomenti scottanti come bullismo e violenza di genere. A Catanzaro frotte di studenti hanno ascoltato gli esperti ma anche riflettuto davanti al tragico reperto di una pagina di storia per molti di loro ancora sconosciuta.
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Falbo
«Quella Renault 4 rossa è icona di un'epoca, è storia dell'Italia – ha detto Pietro Falbo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone e Vibo Valentia che per la prima volta in 47 anni ha ottenuto la presenza del reperto lontano dal Museo romano delle auto – E quello che successe nei 55 giorni riguarda tutte le dinamiche socio-politiche e economiche dell'Italia degli anni 70. Vi è un vuoto storico che se non altro – ha aggiunto – dobbiamo cercare di coprire con l'informazione».
Linares
«Siamo partiti con un bellissimo approfondimento sul rapimento e la soppressione del presidente Aldo Moro – ha detto da parte sua il questore Giuseppe Linares che ha tenuto un breve ma intensissimo intervento-appello ai giovani in platea – Incontriamo oggi le quinte classi di due istituti importanti della città di Catanzaro quelli degli istituti Industriale Scalfaro e Liceo Classico Galluppi sul tema del bullismo, del cyberbullismo e anche della violenza sulle donne, la violenza di genere. Riteniamo che l'impegno non deve essere solo sul tema della prevenzione di polizia in senso tecnico, operativo e in tema del repressivo con le autorità giudiziarie. Ma deve avvenire soprattutto all'interno del sistema della formazione scolastica.
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Abbiamo chiesto più direttamente ai ragazzi se siano pronti a segnalare abusi sui cellulari o quantomeno a bloccarne la viralità.
«Assolutamente sì – ha risposto Gabriele diplomando classico – noi per esempio siamo una classe di giuridico economico, quindi è una cosa che ci sta molto a cuore che la legalità venga sempre mantenuta e che venga sempre rispettata».
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Mancuso
«Il nostro augurio a questi ragazzi? E’quello di decidere di avere coraggio – ha detto Antonella Mancuso, presidente del comitato per l’imprenditorialità femminile - anche da soli, di dire no, io non ci sto, io voglio stare dalla parte giusta del mondo».