A Cutro al via il nuovo ciclo di seminari promossi dall’Unical per un progetto di educazione antimafia
Il percorso educativo, giunto alla seconda edizione, è coordinato da Giancarlo Costabile del corso di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria e coinvolge studenti e istituzioni locali per promuovere civismo, legalità e cultura della responsabilità
Nuovo ciclo seminariale per il progetto di educazione antimafia “Cittadinanza e Costituzione” che sarà inaugurato domani, venerdì 14 novembre alle 9.30, presso la Sala “Falcone e Borsellino” del Comune di Cutro con l’intervento del Prefetto di Crotone, Franca Ferraro, che dialogherà con la comunità studentesca cutrese. A fare gli onori di casa saranno il Commissario straordinario, Zaccaria Sica, e Annamaria Maltese, Dirigente scolastica dell’I.I.S. Polo di Cutro, che hanno voluto fortemente proseguire questo cammino di formazione critica destinato ai ragazzi e alle ragazze cutresi, giunto alla sua seconda edizione.
Il percorso è stato pensato insieme al Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria – attraverso il corso di Pedagogia dell’Antimafia coordinato da Giancarlo Costabile – e al giornalista e scrittore Antonio Anastasi che modererà tutti gli incontri educativi.
L’obiettivo di questa sfida educativa è la costruzione di un alfabeto trasformativo in grado di ri-orientare nella direzione di un nuovo civismo democratico le coscienze dei più giovani, per continuare in modo deciso il processo di cambiamento che la comunità cutrese ha intrapreso negli ultimi mesi ribellandosi al potere della ’ndrangheta. Comune, scuola e università insieme per raccontare un’altra storia del territorio crotonese, identificata da parole generative di speranza e non di rassegnazione.
«Lo Stato siamo Noi» è l’orizzonte etico-culturale di questa narrazione del riscatto che da Cutro vuole muovere per farsi modello educativo di ri-territorializzazione civile e sociale. La lotta alle mafie non può essere, come ha insegnato Paolo Borsellino, una mera azione repressiva ma un movimento culturale in grado di spezzare il puzzo del compromesso morale, della contiguità e della complicità con la cultura delle sudditanze. Non è più tempo di alibi ma di impegno condiviso e responsabile. Papa Francesco sosteneva giustamente che per cambiare il mondo dobbiamo cambiare l’educazione. E per farlo abbiamo la necessità di insegnare ai più giovani il valore inalienabile della libertà e della dignità.