Alla Camera di commercio di Cosenza nasce l’Officina delle idee Adriano Olivetti
Si tratta di uno spazio autogestito pensato come luogo di riflessione, creatività e collaborazione. Il presidente Algieri: «Non dobbiamo mai smettere di pensare, di essere protagonisti del cambiamento»
È nata all’interno della Camera di Commercio di Cosenza, uno spazio che va oltre il luogo fisico: l’Officina delle idee Adriano Olivetti pensata come ambiente di riflessione, creatività e collaborazione.
A inaugurarla ufficialmente, con il simbolico taglio del nastro, sono il presidente Klaus Algieri, la presidente della Fondazione Adriano Olivetti Cinthia Bianconi, il segretario generale della Camera di Commercio Erminia Giorno e il segretario generale della Fondazione Beniamino de’ Liguori Carino.
Uno spazio autogestito, fondato sulla fiducia e sulla condivisione, dove ogni persona è libera di portare idee, confrontarsi, prendersi una pausa o semplicemente sentirsi parte di una comunità.
«Non dobbiamo mai smettere di pensare, di innovare, di essere protagonisti del cambiamento», ha ricordato il presidente Klaus Algieri nel suo intervento. L’Officina rappresenta, in questo senso, un luogo simbolico e concreto: operosità quotidiana, attenzione alla persona, spirito di squadra.
«Valori che – ha sostenuto Algieri – ci legano profondamente al pensiero di Adriano Olivetti, come riconosciuto dalla Fondazione a lui intitolata, con cui condividiamo un percorso fatto di idee, progetti e visione comune».
Ma quanto è attuale il pensiero di Adriano Olivetti? Colpisce l’assoluta contemporaneità dei suoi pensieri. Proprio oggi, 1º maggio, dovrebbe emergere il suo sguardo rivolto al cuore e allo spirito di ogni lavoratore, alle sue necessità e alle sue aspirazioni. In un discorso del 1955 ai lavoratori disse : «Siete voi lavoratori delle fabbriche e dei campi, ingegneri e architetti che, dando vita al mondo moderno, al mondo del lavoro e dell’uomo e della sua città plasmate nella viva realtà gli ideali che ognuno porta nel cuore: armonia, ordine, bellezza, pace; essi bruciano in una fiamma che ci è stata consegnata e che conviene a noi come servitori di Dio alimentare e proteggere. I più umili, i più innocenti, i migliori sanno nel loro presentimento che dal loro sacrificio di oggi, illuminati dalla grazia di Dio, potrà nascere finalmente qualcosa di nuovo e di grande, che le speranze dei nostri figli non andranno deluse, che il seme non fu buttato su un’arida roccia».