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17/04/2025 ore 11.18
Attualità

Angelo Rosa entra nell’Accademia dei Georgofili: «Una nomina gradita, ringrazio tutto il settore per la collaborazione»

L’ex sindaco di Bisignano e già presidente del Consorzio del fico essiccato cosentino è stato insignito nei giorni scorsi da una delle storiche accademie italiane che ha apprezzato, nel corso degli anni, il grande contributo dato al territorio e all’economia meridionale

di Massimo Maneggio

Una nomina più che meritata e salutata con grande favore da tutti gli esperti nel campo agricolo. La prestigiosa Accedemia dei Georgofili ha accolto tra le sue fila il professor Angelo Rosa, uno dei massimi esperti delle tecniche agrarie, avendo dedicato una vita allo sviluppo e al rilancio del comparto agricolo.

Rosa è diventato così socio dopo la segnalazione del gruppo sud-ovest dell’Accademia con sede a Palermo e ha accolto questa onorificenza con grande soddisfazione. Il diploma accademico per l’ex sindaco di Bisignano degli anni Novanta assume così una connotazione speciale, considerando il grande apporto dato per lo sviluppo dell’economia locale e non solo.

Il lavoro di Rosa, nel corso degli anni, è stato apprezzato per la capacità di operare in piena sinergia nell’ambito della coltivazione dei fichi nella provincia di Cosenza, sviluppando la filiera con passione e tenacia, evidenziando i punti di forza e arrivando a un meritato riconoscimento Dop.

Lo stesso Rosa, intervistato per l’occasione, ha avuto modo di ricordare come il fico sia in realtà un frutto simbolo della Calabria: «La filiera dei fichi di Cosenza ha i suoi primi riscontri addirittura nel 1500, se ne trovano tracce poi successivamente con Gioacchino Murat e ha sempre avuto un suo ruolo centrale nell’economia, diventando un vanto della provincia con oltre 50mila quintali di produzione sino a metà del secolo scorso. Poi l’abbandono del lavoro nei campi e altri fattori avevano depotenziato il tutto addirittura a sotto 10mila quintali, tanto che la produzione non riusciva nemmeno a soddisfare le richieste degli stessi calabresi, che per fare le crocette dovevano importare fichi altrove».

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La storia di Rosa è di chi non si arrende, capendo ben presto come fare rete sia l’unico modo per andare avanti con positività: «La nostra base è sempre quella di considerare i fichi di Cosenza come i migliori al mondo, non lo dichiariamo solo noi, quanto ci sono delle condizioni climatiche e naturali che rendono il frutto speciale. È un fico che si forma senza impollinazione, la pianta si riproduce in altro modo e già incominciammo vent’anni fa con progetti della Regione, con l’Arsac, con il Gal Valle Crati e con la reazione degli agricoltori a muovere qualcosa in favore del fico».

L’Associazione dei Georgofili ha apprezzato così il lavoro fatto per il rilancio del prelibato frutto: «Io ai tempi avevo un impianto di ficheto da un ettaro e mezzo – continua –, insieme a tante altre realtà abbiamo fatto partire i progetti integrati di filiera, sono entrato come produttore e in seguito, col progetto della Cia, divenni coordinatore con 16 aziende di trasformazione del prodotto e 115 agricoltori di tutta la provincia. I risultati sono stati concreti, con cinquecento nuovi ettari e nuovi impianti di realizzazione e trasformazione».

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Non meno importante, infine, il lavoro nel riconoscimento del Dop: «Avvenne nel 2011, dopo sette anni di iter, viaggi, e tanta documentazione in materia. Il lavoro sul fico non è terminato di certo, per esempio nelle attività con l’Unical abbiamo raddoppiato la quantità dall’estrazione della melassa con alcuni accorgimenti che hanno dato un aiuto enorme. Con l’ateneo reggino abbiamo altri progetti, così come stiamo coinvolgendo l’università di Bari e tante altre realtà. Il nostro è un lavoro duro, ma anche pieno di passione: questa nomina è gradita proprio perché si mette in evidenza la collaborazione di tante persone che operano con costanza nel settore».