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26/12/2025 ore 10.03
Attualità

Arc Raiders: la Calabria tra apocalisse e robot conquista il mondo dei videogiochi

Il nuovo videogioco che ha venduto 4 milioni di copie in un mese porta Acerra, Napoli e Reggio in un futuro devastato da macchine misteriose: il Sud protagonista nel multiplayer sparatutto svedese che ha battuto Call of Duty

di Pablo Petrasso

Il gioco si svolge in ambientazioni dislocate lungo l’autostrada Speranza-Calabretta in un 2180 post-apocalittico: l’umanità è al collasso dopo che misteriose macchine dalle origini ignote, chiamate Arc, hanno raso al suolo gran parte del mondo conosciuto. I ricchi e potenti sono fuggiti dal pianeta verso delle colonie, ma milioni di abitanti sono dovuti rimanere ad affrontare le macchine e per sopravvivere si sono rifugiati sottoterra.

Speranza è Napoli, Calabretta è Reggio Calabria e alcune delle frasi che compaiono in Arc Raiders, il videogioco ambientato in un Sud diventato un deserto in cui sopravvivere è quasi impossibile, sembrano quasi un presagio sociologico che richiama lo spopolamento: «Solo i ricchi vanno via da questo schifo». La sociologia quasi certamente non c’entra nulla: di certo l’idea ha funzionato e Arc è già uno dei titoli di maggiore successo della stagione.

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Ambientazioni italiane sorprendenti: Acerra, Napoli e Reggio Calabria

Acerra, la Galleria Umberto di Napoli, Marano, Reggio Calabria: questi non sono nomi di una guida turistica, ma location presenti nello sparatutto multiplayer uscito il 30 ottobre. Il gioco ha subito attirato l’attenzione in Italia non solo per la sua dinamica di gioco, ma soprattutto per l’ambientazione: una Calabria e una Campania post-apocalittiche, colpite da macchine giganti e pericolose che hanno devastato il mondo conosciuto.

Curiosamente, il titolo non è stato sviluppato da uno studio italiano, ma da Embark Studios, un team svedese che ha scelto di ricreare il Sud Italia come scenario per un mondo distrutto, mescolando luoghi familiari con un contesto futuristico e pericoloso.

Il risultato ha conquistato i videogiocatori, trasformando Arc Raiders in uno dei multiplayer più giocati dell’anno, superando giganti come Call of Duty: Black Ops 7 e Battlefield 6.

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Un’apocalisse italiana: tra Raiders e macchine Arc

L’ambientazione di Arc Raiders ci porta come dicevamo nel 2180, in un mondo devastato da misteriose macchine chiamate Arc, dalle origini ignote, che hanno distrutto gran parte della civiltà. I ricchi e potenti sono fuggiti verso colonie spaziali, mentre milioni di persone rimaste a terra si sono rifugiate sottoterra per sopravvivere.

I Raiders, i protagonisti del gioco, sono i coraggiosi che ogni giorno sfidano la superficie per raccogliere risorse preziose, rischiando la vita contro le macchine Arc. Il gioco rientra nel genere “extraction shooter”: i giocatori devono recuperare il maggior numero possibile di oggetti entro un tempo limite e poi riuscire a tornare alla base attraverso ascensori o stazioni della metropolitana. Tutto ciò che viene raccolto può essere utilizzato per potenziare l’equipaggiamento o venduto, ma se il Raider muore o non riesce a fuggire, perde tutto tranne gli oggetti speciali conservati in tasche protette.

Tra missioni principali e secondarie, il mondo del gioco si svela lentamente. Nella mappa città fittizie come Speranza richiamano la Napoli sotterranea, lo Spazioporto di Acerra appare come una stazione strategica, mentre Torrione rappresenta il Vesuvio e Calabretta Sud è un chiaro richiamo a Reggio Calabria. Le insegne in italiano e le pizzerie sparse nella mappa contribuiscono a creare un’atmosfera unica, lontana dalle solite ambientazioni post-apocalittiche americane. Secondo gli sviluppatori svedesi, l’Europa e l’Italia sono state scelte per portare freschezza e originalità al genere.

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Multiplayer, strategie e successo record

Il punto di forza di Arc Raiders risiede nel suo multiplayer innovativo. Ogni mappa ospita circa venti giocatori, che possono affrontare le missioni da soli o in squadre fino a tre persone. Non c’è obbligo di scontro tra i partecipanti: si può collaborare temporaneamente, ignorarsi o ingaggiare combattimenti solo in determinate situazioni. La vera minaccia sono le macchine Arc, nemici letali che spesso richiedono la cooperazione di più giocatori per essere abbattuti, rilasciando risorse preziose.

Questa dinamica rende ogni partita unica, quasi assimilabile a un gioco di ruolo: la chat vocale di prossimità permette di comunicare, formare alleanze improvvisate, stringere amicizie o vivere tradimenti e scontri. La formula accessibile e meno punitiva rispetto ad altri sparatutto del genere ha fatto crescere rapidamente la popolarità del gioco.

A un mese dall’uscita, Arc Raiders ha venduto oltre 4 milioni di copie e registrato un picco di utenti su Steam superiore a 400mila, mantenendo una media di oltre 200mila giocatori attivi. Il tutto nonostante la concorrenza di Battlefield 6 e Call of Duty: Black Ops 7, considerati titoli dominanti nel multiplayer. Su Steam, infatti, Battlefield ha raggiunto circa 290mila utenti contemporanei, mentre il nuovo Call of Duty si è fermato a circa 100mila.

Il riconoscimento più recente ai The Game Awards come Miglior Gioco Multiplayer conferma come Arc Raiders sia riuscito a distinguersi grazie a idee originali e a una scelta di ambientazione sorprendente: il Sud Italia come teatro di un mondo post-apocalittico, capace di attrarre milioni di giocatori in tutto il mondo.