Calcio e ‘ndrangheta, l’analisi del procuratore di Crotone: «Società e tifoserie permeabili alle infiltrazioni dei clan»
Il magistrato Domenico Guarascio ospite del format Buongiorno in Calabria: «È un fenomeno sociale importantissimo in questo Paese: attrae le cosche perché circola parecchio denaro contante»
«Il calcio è un fenomeno sociale importantissimo in questo Paese e occupa degli spazi, non solo economici ma anche urbani. Visivamente all’interno di ogni città c’è uno stadio che spesso compone una gran parte dell’urbanistica di una città e quindi è normale che le organizzazioni ‘ndranghetistiche si approprino di tutti i territori in cui riescono a ritrarre delle utilità. Il calcio poi ha uno spazio economico importantissimo: dal bagarinaggio al merchandising… E quindi è chiaro che suscita gli appetiti delle organizzazioni criminali. Spesso poi, in qualche misura le società calcistiche vengono spesso utilizzate anche impropriamente per operazioni di falsa fatturazione. È un tema molto complesso che individua delle responsabilità, delle connivenze importanti che impegnano la magistratura inquirente».
Crotone Calcio, le attenzioni dei Papaniciari e gli intrecci pericolosi ricostruiti dall’inchiesta Glicine‘Ndrangheta e tifoserie
Si è parlato anche di calcio e ‘ndrangheta con il procuratore di Crotone, Domenico Guarascio, ospite nella trasmissione Buongiorno in Calabria. Un argomento che non poteva essere trascurato anche alla luce del fatto che la squadra del Crotone è in amministrazione giudiziaria per infiltrazioni mafiose e che il procuratore di Crotone ha alle spalle dieci anni di esperienza come sostituto nella Dda di Catanzaro applicato proprio sul territorio crotonese. «Non stiamo dicendo nulla di così innovativo – ha specificato il magistrato –. Più inchieste hanno stabilito come la tifoseria organizzata spesso è infiltrata da esponenti di ‘ndrangheta. Le organizzazioni criminali dove c’è denaro, e spesso e volentieri denaro contante, si infilano. Si infilano in maniera anche silente, anche attraverso delle sponsorizzazioni importanti. E poi c’è la questione degli spazi urbani che individuano gli stadi. Questa è una cosa importante e interessante perché ancora oggi la gestione dell’ordine pubblico nelle manifestazioni come il calcio è affidata allo Stato e questo crea tutta una serie di problematiche nel senso che poi, in realtà, si dovrebbe cercare di responsabilizzare maggiormente le società private che però sono sguarnite di una vera e propria difesa e impermeabilità al fenomeno criminale».
Il consenso sociale
Il calcio non porta solo denaro alle organizzazioni mafiose ma anche consenso sociale. «Infiltrarsi in fenomeni di questo tipo – dice Guarascio –, che creano consenso, perché la tifoseria normalmente è un collante sociale, soprattutto in alcune città, soprattutto nel meridione, fa gioco a quel tipo di consenso ‘ndranghetistico che l’organizzazione richiede. Poi da lì per esempio, nella città di Crotone c’era anche una trasversalità tra i servizi di vigilanza che venivano offerti nelle attività economiche del comprensorio e i servizi di vigilanza che venivano offerti allo stadio. Tutto questo, a partire dalla trasversalità economica, crea allarme sociale».