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15/04/2025 ore 17.13
Attualità

Concorso per 578 presidi, bufera anche in Calabria: ecco le presunte anomalie segnalate nei ricorsi

Polverone sollevato in tutto in Italia con tanto di interrogazioni parlamentari di Pd, M5s e Avs: dubbi su trascrizioni dei punteggi dei candidati, accessi irregolari e materiali vietati

di Redazione Attualità

Il concorso per 578 dirigenti scolastici è finito in un polverone tra ricorsi al Tar, esposti in procura in almeno otto regioni e interrogazioni parlamentari di Pd, M5s e Avs. Tra le regioni c’è anche la Calabria, dove i ricorrenti segnalano – tra le altre cose – una trascrizione non esatta dei punteggi dei candidati, necessaria a capire come si è arrivati alla promozione o alla bocciatura.

Il campionario delle anomalie diventate materiale buono per la magistratura – lo evidenza Repubblica – è vasto e ben distribuito in tutta Italia: le tracce estratte 48 ore prima dello scritto, le buste con i codici lasciate per ore sui banchi a dispetto dell’anonimato, il candidato bocciato alla preselettiva che si ritrova a giudicare i promossi, la commissaria d’esame che ha formato i vincitori, il prof che valuta il collega, l’esaminatore che dà i voti a quella che anni fa fu la sua esaminatrice, le cancellature sulle griglie di valutazione, le correzioni superficiali, le persone con disabilità che denunciano discriminazioni e una candidata che dai verbali risulta assente allo scritto ma riappare tra gli ammessi all’orale.

In Veneto e in Abruzzo i reclami al Tar sono, in verità, già stati rigettati; ancora sotto esame quelli del Lazio, della Puglia, della Sicilia, della Calabria e della Toscana. In Lombardia il ricorso sta per essere depositato, mentre in Campania la selezione — sulla quale Valditara ha chiesto la scorsa settimana una dettagliata relazione — è stata sospesa prima degli orali: i commissari si sono dimessi e i sostituti hanno dato forfait. Qui i casi più clamorosi riguardano una commissaria chiamata a giudicare la collega d’ufficio e il candidato bocciato convocato per valutare i promossi. In Lombardia c’è la vicenda dell’aspirante preside fantasma: assente agli scritti sarebbe ricomparsa negli elenchi degli orali. O la docente disabile che lamenta di aver avuto a disposizione un tempo aggiuntivo inferiore a quello dovuto secondo il suo certificato medico. Nel Lazio e in Sicilia i ricorrenti raccontano di commissari «incompatibili» perché avrebbero tenuto un corso di formazione pochi mesi prima del concorso agli stessi candidati.

In Calabria, invece, le contestazioni riguardano la presenza non autorizzata di codici durante le prove, accessi irregolari a materiali vietati, e discrepanze negli orari di correzione e generazione dei documenti. In base alla ricostruzione de La Repubblica, alcune firme sui verbali non coinciderebbero con i nominativi dei redattori ufficiali. Le informazioni sono emerse da una relazione prodotta dai candidati ricorrenti, che segnalano un quadro di gestione non trasparente e potenzialmente compromesso.

E tra le criticità comuni a tutte le regioni c’è quella che riguarda l’estrazione delle tracce che sarebbe avvenuta 48 ore prima dello scritto, in assenza di testimoni.