Corigliano Rossano prima volta Bandiera Blu, Stasi: «Pronti ad accogliere ancora più turisti, ma resta il nodo infrastrutture»
Il sindaco della cittadina jonica orgoglioso dello storico traguardo: «Premiati quattro anni di lavoro. Ora la vera sfida è difendere il titolo»
«Sembro un ultrà in trasferta». Flavio Stasi scherza sulla foto che lo ritrae mentre stringe tra le mani la Bandiera Blu: è stata scattata a Roma lo scorso 13 maggio presso la sede del CNR, in occasione della consegna dell'ambito riconoscimento. Il sindaco di Corigliano Rossano ammette con orgoglio: «Una cerimonia molto emozionante, considerato che per noi è stata la prima volta».
Istituita nel 1987 (anno europeo dell'ambiente), la Bandiera Blu viene assegnata dalla Foundation Environment Educational - organizzazione internazionale non governativa con sede in Danimarca - e prende in esame quattro macro aeree: educazione ambientale e formazione, qualità delle acque, gestione ambientale, servizi e sicurezza. Un traguardo a lungo inseguito dal Comune di Corigliano Rossano e mai raggiunto fino ad ora. Flavio Stasi spiega: «La Bandiera Blu è un percorso complesso che, oltre alla qualità delle acque del mare e delle spiagge, richiede il miglioramento dei servizi in generale».
Oltre a Corigliano Rossano, la Bandiera Blu sventola per la prima volta anche su Cariati. Difendono il titolo Trebisacce, Villapiana, Roseto Capo Spulico e Rocca Imperiale. Il sindaco Flavio Stasi confessa: «Tra questi Comuni esiste una bella sinergia, e con gli altri sindaci abbiamo di recente avviato un progetto che prevede la costituzione di una destinazione turistica unitaria. Bisogna far capire una volta per tutte che lo Jonio non è un versante di serie B, ma possiede al contrario enormi potenzialità che aspettano soltanto di essere sviluppate».
Da terra aspra a perla blu: il riscatto della Calabria nonostante spopolamento e ritardi infrastrutturaliLa Bandiera Blu è un sogno diventato realtà ma, proprio come un castello di sabbia costruito in riva al mare, rischia di sbriciolarsi sotto alla prima onda che arriva. Flavio Stasi ne è consapevole: «La vera sfida adesso consiste nel riuscire a difendere il titolo che abbiamo conquistato». E a questo proposito, il sindaco mette in fila le ragioni che hanno indotto la Commissione di esperti a esprimere un giudizio positivo sulla candidatura di Corigliano Rossano: «Per quanto riguarda la raccolta differenziata, quest'anno siamo passati dal trenta all'ottanta percento. Inoltre, lungo i trenta chilometri di litorale, abbiamo realizzato quattro spiagge sicure e inclusive per disabili, gestite direttamente dal Comune. Sono quelle di Schiavonea, Madonnina, Fabrizio e Sant'Angelo, spiagge libere sorvegliate e dotate di bagni pubblici. L'eccellente qualità delle acque del mare, certificata nel corso degli ultimi anni, è garantita da una rete fognaria che siamo riusciti a migliorare investendo milioni di euro di fondi comunali».
Flavio Stasi non fa mistero del fatto che la Bandiera Blu rappresenti un biglietto da visita capace di attrarre nuovi flussi turistici. Aspettative che però sembrano fare a pugni con un sistema infrastrutturale ancora maledettamente fermo al secolo scorso. La vecchia idea dell'aeroporto della Sibaritide rimane chiuso a chiave dentro a un cassetto. Il sindaco di Corigliano Rossano riflette: «Questo scalo potrebbe essere al servizio dell'area urbana di Cosenza, ma al momento preferisco non avventurarmi in analisi costi-benefici. Se sull'aeroporto è giusto continuare a discutere, non si dovrebbe invece proprio più parlare di strade e collegamenti ferroviari. Sul nuovo tratto della statale 106, s'intravede finalmente la luce, ma per quanto concerne la ferrovia resta tutto desolatamente fermo. È indubbio che la Freccia Rossa Sibari Bolzano abbia aperto uno spiraglio, tuttavia l'elettrificazione sembra essere su un binario morto. RFI non ha neanche i soldi per la chiusura dei passaggi a livello, che impediscono il transito dell'alta velocità. Si è preferito poi rabberciare la linea tirrenica, escludendo lo snodo di Tarsia che avrebbe consentito all'alta velocità di toccare Cosenza prima di Paola. Anziché unire il territorio, dotandolo di un servizio più competitivo, ci si è ostinati a seguire una direzione opposta: davvero un errore storico».