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12/05/2025 ore 13.16
Attualità

Crotone, il Liceo Pitagora si aggiudica il Premio Europa del progetto “A scuola di OpenCoesione”

Gli studenti hanno raccontato l’affascinante storia di un cambiamento possibile: un ex detenuto, oggi custode di Parco Pitagora

di Giuseppe Dell’Aquila

Il Liceo Pitagora vince il Premio Europa del progetto “A scuola di OpenCoesione”. A portare a casa questo eccellente percorso didattico innovativo, finalizzato a promuovere e sviluppare principi di cittadinanza attiva e consapevole attraverso attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici, sono stati i liceali denominati “Insid3 out”. Il “3” precisano, che il “3” non è un errore di scrittura ma si riferisce all’articolo della Costituzione dedicato a diritti sociali, come quelli calpestati dalle mafie.
Il progetto è un’iniziativa nazionale di Open government, coordinata dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La premiazione siè tenuta venerdì 9 maggio, in occasione della Festa dell’Europa, a Napoli, nel Campus Universitario di San Giovanni a Teduccio. Successivamente gli studenti incontreranno, a Bruxelles, i referenti della Commissione europea per confrontarsi sul lavoro di monitoraggio civico realizzato.
Gli studenti vittoriosi hanno raccontato, attraverso le tecniche del data journalism, l’affascinante storia di un cambiamento possibile: quella di Giovanni Bifezzi, ex detenuto e oggi custode di Parco Pitagora. Prima il reato, poi l’arresto e la vita in prigione, ma c’è anche un quarto tempo, quello del riscatto. Un tempo che diventa, nella creatività dei giovani studenti, una storia raccontata attraverso un cartone animato.

Ci sono, nel racconto del protagonista, anche gli anni bui, tra lacrime e sorrisi, rammenta il forte e sincero sentimento che lo ha spronato a riprendersi una vita: l’amore incondizionato per una figlia che è il centro della sua esistenza.
Nel luglio 2012 ha terminato di scontare la pena. Poi, il reinserimento sociale grazie a chi gli ha offerto una seconda possibilità, il Consorzio Jobel. «Se qualcuno non avesse creduto in me, forse, avrei sbagliato di nuovo. Ed io, invece, volevo una vita che fosse mia», ripete.

A livello progettuale, l’innovazione decisiva portata avanti dal Consorzio Jobel, è stata riuscire a coinvolgere, in un’azione di recupero, il Terzo settore e le aziende operanti sul territorio calabrese realizzando un modello di inclusione concreto e di forte impatto nel territorio.