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29/10/2025 ore 16.11
Attualità

Dal tg di LaC News24 ai successi universitari, la giornalista Francesca Lagoteta si laurea in Comunicazione istituzionale e d’impresa

Il volto dell’informazione del network LaC ha discusso questa mattina la sua tesi incentrata sui linguaggi dei nuovi media. Gli auguri dell’editore Maduli: «Professionista preparata che approfondisce e non si ferma mai»

di Francesco Graziano

Un nuovo, prezioso capitolo si aggiunge al già importante percorso di Francesca Lagoteta. La giornalista, che con professionalità e carisma dà il volto alle notizie di LaC News24, ha conseguito recentemente la laurea in "Comunicazione istituzionale e d'impresa". Già stimata per la sua capacità di governare la notizia e affrontare lo schermo, Francesca Lagoteta arricchisce così la sua esperienza formativa e professionale.

Il suo percorso di studi si è concluso questa mattina con la discussione della tesi di laurea dal titolo "I linguaggi dei nuovi media: l'evoluzione del giornalismo online". Un lavoro che va oltre la semplice ricerca, configurandosi come una riflessione critica e coraggiosa sul giornalismo nell’epoca della sua metamorfosi digitale.

Il giornalismo nell'era digitale: dalla carta stampata al click

L’analisi condotta dalla neo-dottoressa Lagoteta ha preso il via da una ricognizione storica e strutturale sul passaggio dal giornalismo tradizionale cartaceo alla dimensione digitale. La ricerca ha messo in luce le profonde discontinuità nei linguaggi, nei tempi di fruizione e nei meccanismi di produzione della notizia, riconoscendo che la rivoluzione tecnologica non ha soltanto trasformato gli strumenti di trasmissione, ma ha impresso una mutazione più profonda e sistemica alla natura stessa dell’informazione e alla sua funzione democratica.

Un elemento centrale nella tesi è stato l'esame di un caso di studio concreto e rappresentativo del contesto meridionale: l’esperienza di LaC News24. Il progetto editoriale, sorto in Calabria e sviluppatosi rapidamente nel panorama nazionale, è stato analizzato come un "laboratorio virtuoso" in cui si sperimentano modelli di giornalismo digitale capaci di coniugare in modo efficace radicamento territoriale, innovazione tecnologica e responsabilità sociale. Il successo del network - ha sottolineato l’analisi - non risiede solo nella crescita dell’audience, ma soprattutto nella capacità di interpretare le esigenze di una comunità spesso marginalizzata dai circuiti informativi dominanti.

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Una dedica sentita al network

Un aspetto particolarmente emozionante è stata la dedica della tesi, che testimonia il profondo legame e la gratitudine della giornalista e conduttrice del telegiornale verso il suo ambiente professionale: Francesca Lagoteta ha voluto dedicare infatti il suo lavoro all'editore del network LaC Domenico Maduli e al direttore generale Maria Grazia Falduto, «per avermi sempre supportata e sostenuta». La dedica si è estesa, tra gli altri, anche all'intero gruppo editoriale Diemmecom e a LaC, «per avermi fatto amare ancor di più questo lavoro».

Il messaggio dell'editore Domenico Maduli: «Orgoglioso di chiamarla amica e collega di viaggio»

«Francesca è una donna e una professionista preparata, una giornalista che studia, approfondisce e non si ferma mai - afferma l'editore del network LaC Domenico Maduli -. Col tempo ho imparato ad apprezzarne il carattere, riconoscendo in lei non solo il talento, ma anche una rara empatia verso il pubblico — quel pubblico che, una volta conquistato, diventa davvero il suo pubblico. Non è facile fare informazione ed entrare nelle case delle persone, perché questo rappresenta una responsabilità importante, e Francesca la onora con passione, serietà e rispetto. Scopro solo oggi che mi ha dedicato parte del suo studio: un gesto che mi riempie d’orgoglio e gratitudine. In una terra, la nostra, sempre più povera di veri clown, quei maestri del sorriso che da bambino ammiravo, figure come Francesca Lagoteta riescono ancora a segnare un confine tra autenticità e populismo, tra comunicazione e spettacolo. A lei vanno i miei auguri più sinceri e l’orgoglio, come editore, di poterla chiamare amica e collega di viaggio. Perché in tempi di rumore e apparenza, servono ancora voci vere, libere e responsabili».