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21/12/2025 ore 19.02
Attualità

Don Francesco Lauria dall’oratorio alla strada, la missione silenziosa del sacerdote: «Un sorriso salva l’anima»

A Praia a Mare il religioso quarantenne costruisce ascolto, fiducia e speranza tra giovani e famiglie segnate da fragilità. E dimostra che una presenza autentica può incidere profondamente nei percorsi personali: «L’oratorio è un laboratorio di talenti»

di Francesca Lagatta

In un mondo in cui la società rincorre affannosamente l’effimero, la “perfezione” estetica, il successo a ogni costo e i guadagni facili, una piccola àncora di salvezza spirituale è rappresentata da quei sacerdoti che richiamano i fedeli alla semplicità, al valore delle cose realmente importanti e che, talvolta, salvano qualche anima smarrita. In questo contesto, si inserisce don Francesco Lauria, che ha 40 anni e già una lunga esperienza alle spalle di “salvatore di anime”. Don Francesco, nativo di Belvedere Marittimo, oggi guida la parrocchia di San Paolo Apostolo, a Praia a Mare, dopo aver prestato a lungo servizio al centro storico di Cetraro, luoghi meravigliosamente belli e baciati da Dio che però, spesso, rappresentano un ostacolo per le nuove generazioni, a causa dei dati dilaganti della disoccupazione e del disagio sociale ed economico delle famiglie. Don Francesco oggi porta avanti la sua missione pastorale con uno sguardo attento soprattutto a chi rischia di prendere una strada sbagliata.

Il laboratorio di talenti

Don Francesco riceve la “chiamata” giovanissimo, a 19 anni entra in seminario e nel 2011 viene ordinato sacerdote. Da quel momento in poi, dedica la sua vita alle prediche pastorali e ai suoi parrocchiani, incantati da quella voce soave, delicata e potente, che discetta di Dio con una semplicità disarmante. Dal pulpito si rivolge al mondo degli adulti, spesso segnato da dolori e fatiche che sembrano insopportabili, per dire che c’è sempre una via d’uscita e che la strada, spesso, è quella della fede, e poi parla ai giovani attraverso le attività dell’oratorio, che lui considera «un laboratorio di talenti», per proporre loro un’alternativa concreta alle vie dell’effimero. È in questi spazi che, secondo lui, i più giovani possono crescere, scoprire le proprie potenzialità e trovare un modo sano di esprimersi. E, perché no, ritrovare la Fede o guardarla da vicino per la prima volta.

Un sorriso salva l’anima

Nei suoi quattordici anni di sacerdozio, don Francesco Lauria ha ascoltato tante preghiere e ha visto anche tante vite incrinarsi sotto i colpi dei drammi quotidiani. Lì dove ha potuto, è intervenuto con la sua presenza, riuscendo, in qualche caso, a salvare esistenze che sembravano spacciate. Uno dei casi che ricorda con particolare tenerezza è quello di un giovane che rischiava di incamminarsi sul sentiero di non ritorno. «In realtà — precisa il sacerdote — non sono stato io a salvargli la vita. È stato lui a comprenderne il valore. Io sono stato solo uno strumento: una parola, un sorriso, la capacità di ascoltare possono riaccendere la speranza».

Spiritualità e nuove generazioni

Il compito di don Francesco Lauria, come tutti i sacerdoti, è anche quello di tenere viva la spiritualità nelle nuove generazioni, ruolo piuttosto arduo, considerati i tempi improntati sul culto del successo, in cui la differenza tra le parole “io” e “Dio” è sempre più sottile. «I ragazzi sono vulnerabili e hanno bisogno di punti di riferimento», sottolinea don Francesco ed è per questo che è convinto che «la Chiesa può diventare un luogo di ascolto, di regole, di sicurezza. Un luogo dove trovare le risposte essenziali della vita».

Porta aperte a chi ha il cuore “pesante”

Ora che svolge il suo ministero a Praia a Mare, da queste colonne don Francesco lancia un messaggio chiaro: chiunque si senta smarrito o desideri avvicinarsi alla Chiesa può bussare alla sua porta e sarà accolto, senza pregiudizio. Sarà ascoltato e compreso, come avviene sempre più di rado. E ribadisce: “C’è sempre una via d’uscita”.

Quella di don Francesco Lauria è una testimonianza semplice ma potente, che conferma quanto l’impegno quotidiano di una singola persona, in questo caso un sacerdote, possa diventare una presenza fondamentale nella vite altrui.