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20/04/2025 ore 10.02
Attualità

Don Panizza, una Pasqua di lotta per i diritti: «In Calabria ho imparato che si può essere deboli e aiutare gli altri»

Il fondatore di Comunità Progetto Sud a Lamezia: «Oggi chi detiene il potere si comporta come Ponzio Pilato nei confronti di chi soffre.  Auguro a questa terra di battersi contro la ’ndrangheta per costruire un futuro in cui essere tutti uguali in dignità»

di B. M.

«La Pasqua è una festa che ci vuole» - dichiara Don Giacomo Panizza, presidente e fondatore della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme - ai microfoni di LaC News24.«È una festa religiosa, per i cristiani rappresenta l'uccisione di un innocente che poi risorge, ricomincia la vita. Questo messaggio oggi - prosegue Don Panizza - , a tradurlo in Calabria o anche nel mondo intero, ci sta. Chi oggi detiene il potere, gli Stati, chi viene votato democraticamente per servire la dignità umana, si comporta come Ponzio Pilato nei confronti di chi è debole, può essere uno staterello, la Calabria, può essere una persona in sedia a rotelle, un bambino o una persona anziana. La Pasqua ebraica è una Pasqua di liberazione che non è ancora libertà. C'è tanta gente che va aiutata a liberarsi e a emanciparci ma chi detiene il potere cosa sta facendo a riguardo? È possibile che anche un popolo debole, uno uomo o una donna debole possa essere aiutato con i diritti che gli spettano perché diventi felice di avere doveri e di aiutare gli altri?»

«Quello che ho imparato dall'esperienza di Comunità Progetto Sud - spiega il prete bresciano che da 40 anni vive e opera in Calabria - come simbolo della Pasqua, è che si può essere deboli e magari aiutare gli altri che sono grandi e grossi. Sono stati i giovani in sedia a rotelle a scegliere di usare una casa confiscata a un clan a Lamezia Terme che nessuno voleva prendere, perché hanno deciso di regalare alla città di avere meno paura. Oggi in quella casa abbiamo gente debole e ci lavorano 22 dipendenti. Io auguro alla nostra Europa e alla nostra Calabria che ci si batta per queste cose, per abbattere le mafie, le criminalità, gli imbrogli e le disonestà non per volontà di litigare con gli altri, ma per diventare tutti uguali in dignità».