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24/12/2025 ore 13.26
Attualità

Dopo il restauro, Lauropoli riabbraccia sua Madre: risplende nel borgo la Madonna della Candelora

Dopo un accurato intervento di restauro, il simulacro della Vergine torna a splendere nella Parrocchia Presentazione del Signore, restituendo alla comunità un pezzo fondamentale della sua storia e devozione

di Franco Sangiovanni

C’è un legame invisibile ma indissolubile che unisce i cittadini di Lauropoli alla loro "Madonnina". Un legame che in questi giorni si è rinsaldato con il ritorno ufficiale della statua della Madonna della Candelora (nota anche come Madonna della Purificazione) all'interno della Parrocchia Presentazione del Signore.

La statua, prim’ancora di essere considerata un’opera d’arte, è una presenza familiare, un volto materno davanti al quale generazioni di fedeli hanno affidato preghiere e speranze. Il suo ritorno, dopo un accurato intervento di restauro, segna un momento di profonda rigenerazione spirituale per l'intero borgo. 

La scelta della dedica della parrocchia alla "Presentazione del Signore" non è casuale. Quando la duchessa Laura Serra fondò il borgo di Lauropoli, la parrocchia divenne il fulcro della nuova comunità. Il simulacro attuale, realizzato nell'Ottocento da una bottega dell'Italia meridionale, incarna perfettamente questa storia. Scolpita in legno, ammannita e dipinta con colori delicati, la Vergine è raffigurata in piedi, in un atteggiamento composto e solenne, mentre offre il Bambino senza trattenerlo a sé, un gesto che simboleggia l'abbandono alla volontà di Dio.

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Prima dell'intervento, l'opera mostrava i segni del tempo e dell'usura dovuta al suo utilizzo devozionale, come le processioni. I colori apparivano spenti, alterati da ridipinture sovrapposte e piccole fessurazioni. Il restauro, eseguito da Antonio Adduci, sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza, in accordo con la Curia diocesana e commissionato dal parroco, don Alessio De Stefano,  Il ritorno della statua, ora "più leggibile e più fedele" all'idea originale dell'artista, è stato accolto con commozione dal parroco, don Alessio de Stefano, che ha sostenuto con convinzione l'intero iter burocratico e tecnico, è stato un lavoro di estrema cautela. Durante la pulitura della base è emerso un principio di carbonizzazione che racconta di uno scongiurato incendio della base causato probabilmente da una candela, fatto che spiega la precedente verniciatura a smalto. L'intervento ha permesso di risanare danni strutturali come la frammentazione della preparazione sopraccigliare dell'occhio del Bambinello e la rottura di alcune dita in entrambe le figure. Un’attenzione particolare è stata rivolta agli elementi ornamentali. Le Raggiere, pur essendo di fattura più moderna rispetto al corpo ligneo della statua, rappresentano una parte integrante del simulacro. Realizzate in lega di rame dorato con la tecnica della fusione a cera persa, sono state accuratamente ripulite dai depositi e dai cloruri di rame che ne offuscavano la brillantezza, restituendo splendore ai fregi e alle pietre vitree celesti che le decorano, così come alle piccole colombine poste sulla base. Inoltre, l'analisi ha confermato la fattura più recente anche delle colombine.

"Oggi la Madonna della Purificazione ha ritrovato la sua luce - si legge nella relazione del restauratore Adduci - non è diventata nuova, come a volte erroneamente ci si aspetta, ma è tornata vera." Questo intervento non chiude una storia, ma ne inizia una nuova dove l'opera d'arte sacra torna a vivere nel momento in cui viene custodita e amata dalla sua comunità. Il simulacro restaurato resterà ora esposto permanentemente nella Chiesa della Presentazione. Per Lauropoli, la festa della Candelora del 2 febbraio non sarà più solo una ricorrenza sul calendario, ma l'occasione per ammirare nuovamente quel manto blu bordato d'oro che, ripulito dalle stratificazioni del tempo, torna a risplendere come simbolo di una fede che non si spegne mai.