Migranti soccorsi in mare, Francesco Creazzo (Sos Mediterranee): «La nostra denuncia sempre più necessaria»
Ospite negli studi del Reggino del format A tu per tu, il portavoce dell’associazione umanitaria racconta la complicata missione per salvare chi fugge dalla propria terra in questo critico frangente storico
«In dieci anni di attività abbiamo soccorso in mare 42mila persone. Il compleanno che ci accingiamo a compiere nel 2026 ci inorgoglisce molto ma allo stesso tempo denuncia quanto ci sia ancora bisogno della nostra attività per colmare quel vuoto sempre crescente che gli Stati europei da anni stanno generando. Non vorrei ma devo usare la metafora: se l'Europa si è trasformata in una fortezza, il Mediterraneo è il fossato. Da spazio umanitario è diventato buco nero, vuoto anche informativo, in cui la morte diventa il principale dissuasore.
Un approccio dal nostro punto di vista inaccettabile. Possiamo non essere d’accordo sulla gestione dei flussi migratori, avere opinioni diverse in merito ma non è tollerabile che la morte sia utilizzata come dissuasore. Chi è in difficoltà in mare va soccorso, sempre, senza se e senza ma».
Ospite negli studi del Reggino.it del format A tu per tu, il giornalista di Reggio Francesco Creazzo, portavoce di Sos Mediterranee, il network di organizzazioni umanitarie senza scopo di lucro attive in Francia, Germania, Italia e Svizzera, impegnate dal 2016 in operazioni di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo centrale. La sua testimonianza, essendosi lui trovato anche a operare a bordo delle navi, costituisce un punto di osservazione prezioso sull’operato delle ong nel quadro delle attuali politiche governative ed europee.
Soccorrere chi in mare abbia bisogno di aiuto, garantire assistenza e sbarco in un luogo sicuro e raccontare la tragedia umanitaria in atto nel Mediterraneo: ecco la mission di Sos Mediterranee. Può essere, dunque, particolarmente scomodo il ruolo delle ong, che denunciano e raccontano tutto ciò che vedono, specie in un momento come questo in cui la tendenza evidente è quella di sottovalutare, di tacere, di minimizzare un fenomeno che non si arresterà. Un fenomeno che è storico, umano e che, come tale, invece si può e si deve governare senza zone d’ombra, con senso di responsabilità e nel rispetto delle convenzioni internazionali che la stessa Italia ha sottoscritto. Continua a leggere e guarda il video su IlReggino.it