Francesco, da Sanremo alla copertina di Rolling Stone: il rapporto del Papa “popstar” con la musica
Bergoglio ha sempre avuto un legame profondo con la musica, vista come preghiera, consolazione e dialogo. Dall’amore per Baglioni ai riferimenti a Pärt e Jobim, fino all’album "Wake Up!", per il pontefice la melodia è un linguaggio universale che unisce e costruisce pace
Jorge Maria Bergoglio ha sempre visto la musica come qualcosa di più di un’arte: un mezzo per lenire il dolore e curare l’anima. Ma il suo amore per le note andava ben oltre le radici argentine. Fra i protagonisti del panorama musicale italiano che gli erano più cari figura Claudio Baglioni, più volte invitato in Vaticano per concerti solidali. Il Papa ha spesso elogiato i testi del cantautore romano, riconoscendone la capacità di parlare dell’uomo con dolcezza e verità. Baglioni, dal canto suo, ha definito Francesco “una voce fuori dal coro”, capace di emozionare come fanno i grandi artisti.
Un rifugio nei momenti difficili
In occasioni di lutto o raccoglimento spirituale, Papa Francesco ha sempre incoraggiato l’ascolto musicale come forma di meditazione. Tra i suoi consigli più toccanti, figura il Te Deum del grandissimo compositore estone Arvo Pärt: una composizione eterea, essenziale, che trascina lo spirito in un altrove sacro. Ideale per chi cerca silenzio interiore, questo brano diventa un dialogo tra terra e cielo, tra dolore e fiducia.
Jobim e l’incontro che genera pace
In un gesto simbolico e inaspettato, Francesco ha citato Antonio Carlos Jobim - il padre della bossa nova - addirittura in un documento pontificio. Il riferimento all’“arte dell’incontro”, concetto caro al Maestro brasiliano, è diventato centrale nella visione di Bergoglio: accogliere l’altro, ascoltarlo, costruire legami. Anche la musica può diventare strumento di fraternità, abbattendo barriere e parlando un linguaggio comprensibile da tutti.
Il suono della fede
Il Santo Padre ha saputo utilizzare la musica anche per farsi vicino alle persone, parlando al cuore più che alla mente. Citava con naturalezza brani e autori, offrendo consigli musicali nei momenti più inaspettati. Come durante il Festival di Sanremo, in un videomessaggio carico di emozione, in cui ricordava la madre che gli spiegava l’opera lirica, riflettendo sul ruolo della musica nella crescita, nella memoria e nella denuncia delle ingiustizie subite dai più piccoli. “Le guerre distruggono i bambini”, disse allora, con un dolore che non lasciava spazio a retorica. “Non dimentichiamo mai che la guerra è sempre una sconfitta”.
Un vinile per tornare alle origini
Tra gli episodi più teneri della sua vita romana c’è quello in cui, già Papa, volle tornare in un negozio di dischi per acquistare un vinile di musica classica. Non era un luogo qualunque: era lo stesso dove si recava da sacerdote e da cardinale, nei suoi soggiorni alla Casa del Clero in via della Scrofa. Un piccolo gesto che racconta molto: la musica, per lui, era parte integrante del quotidiano.
In copertina su Rolling Stone
La sua capacità di parlare a tutti – giovani e adulti, credenti e non – lo ha portato persino sulle copertine di Rolling Stone, sia in Italia che negli Stati Uniti. Nel 2015 uscì persino un disco a suo nome, "Pope Francis - Wake Up!": un album che mescola preghiere, discorsi e arrangiamenti musicali moderni, annunciato come una sorpresa “prog” dal sapore spirituale.
In un mondo invaso da rumori e caos, Francesco ci ha insegnato che anche una semplice melodia può diventare un atto di fede. Ora che non c’è più, suonerà un po’ più forte per tutti. Soprattutto per quelli che, senza il Papa venuto dalla fine del mondo, da oggi si sentono un po' più soli.