Nicotera, la “gita sociale” del Comune per gli anziani meno abbienti diventa un viaggio per parenti ed ex dipendenti
La trasferta a Roma, organizzata in occasione del Giubileo, è costata 13.500 euro di soldi pubblici ma i destinatari dell’iniziativa erano pochissimi anche perché la comunicazione sarebbe rimasta confinata alle mura del municipio
Probabilmente la sera del quattro settembre, quando il pullman carico di vacanzieri rientrava a Nicotera, nessuno poteva immaginare che quella gita a Roma, organizzata dal Comune, avrebbe sortito una marea di polemiche, innescatasi sui social e poi trasbordata nella vita reale, nei bar, nelle strade, praticamente sulla bocca di tutti, in un crescendo di indignazione.
Ma perché una breve vacanza nella Capitale ha scaldato oltremodo gli animi dei nicoteresi? La motivazione la si trova addentrandosi nelle scartoffie telematiche dell’albo pretorio del Comune di Nicotera, e ha un nome, si chiama “gita sociale”, un viaggio di due giorni a Roma, in occasione del Giubileo, organizzata dalla vicesindaca, nonché assessora alle Politiche Sociali, Lorella De Stefano (deliberazione della Giunta comunale n.31 del 14/04/2025).
La gita, per come specificato dall’apposita delibera, avrebbe dovuto essere destinata agli anziani meno abbienti, nello specifico a persone dall’Isee basso, e che non possono permettersi un viaggio di piacere. Un’iniziativa dunque dallo scopo nobile che si prefiggeva altresì, almeno sulla carta, di tirare fuori dalla monotonia della quotidianità i tanti pensionati i cui giorni scorrono in un grigiore sempre uguale.
Ma le cose evidentemente non sono andate per come descritto nell’atto in oggetto. Perché alla “gita sociale” mancavano proprio i destinatari dell’evento, ovvero gli anziani con minori possibilità economiche. Di questa categoria, ad onor del vero, troviamo pochi, pochissimi, rappresentanti. Tutti gli altri sono ex dipendenti del Comune di Nicotera, ex docenti, c’è addirittura un ex direttore delle Poste. Pensionati si, ma muniti di un Isee tutt’altro che basso.
Ad alzare l’asticella dell’indignazione collettiva è il fatto che tra i gitanti vi fossero anche i parenti degli amministratori. C’è il marito dell’assessora De Stefano, imbarcato, essendo infermiere, con il ruolo di paramedico (così recita la determina, sebbene fosse già presente un medico a bordo, intercettato dal Comune). Ma l’assessora ha voluto accanto a sé, in questa vacanza romana, anche il fratello e la cognata. Sul pullman anche il papà della consigliera Rosy Barillari, l’ex direttore delle Poste, sopra citato. In questo clima familistico, non voleva essere da meno l’assessore al Bilancio Robertino Massara, che ha portato con sé la moglie. Una volta conclusosi, la De Stefano ha voluto condividere sui social gli scatti più belli di quel viaggio, ed è stato proprio qui che i mancati beneficiari hanno scoperto di essere stati esclusi da un’iniziativa concepita per loro, ma i cui usufruttuari sono stati altri.
I pensionati aventi diritto ne erano totalmente ignari, e ciò, probabilmente, per un difetto di comunicazione. La manifestazione di interesse, infatti, è rimasta confinata all’interno delle mura di Palazzo Convento e dell’albo pretorio on line, dove difficilmente un anziano va a spulciare. In genere questi inviti vengono apposti nei luoghi frequentati dai pensionati, ovvero un bar o i negozi.
Nel mentre montava la polemica altre cose emergevano. Una in particolare: l’assessore Robertino Massara il secondo (e ultimo) giorno di vacanza, saluta tutti, prende i bagagli e con la moglie si reca all’aeroporto romano di Fiumicino per prendere l’aereo che lo porterà a concludere la vacanza all’estero. «Mio zio ha solo sfruttato la possibilità di un passaggio a Roma in bus», ha precisato pubblicamente Carmine Massara, nipote dell’amministratore nel gruppo social “Nicotera siamo noi”, nel tentativo di giustificare lo zio e far passare come normale l’uso discutibile di denaro pubblico. Contestualmente emergeva che l’assessore al Bilancio e la moglie la sera prima della partenza per l’aeroporto avevano festeggiato, con gli altri vacanzieri, 31 anni di matrimonio, con abbondanti dolci e fiumi di spumante, tutti rigorosamente comprati dallo zio, ha dichiarato il solito nipote, che garantisce che le spese della festicciola non gravano sul bilancio comunale.
Alla fine di questa narrazione rimane la rassegnata costernazione che storie viste e riviste dell’uso discutibile di soldi pubblici si ripetono in continuazione. E a proposito di soldi pubblici, l’ente comunale nicoterese, dal punto di vista finanziario, non naviga certo in buone acque. Già in dissesto finanziario, le tasse a carico dei cittadini aumentano sempre più nel tentativo di coprire un buco economico che non si riempie mai. Ragion per cui l’ente, come prevede la normativa in merito, dovrebbe attenersi alle spese necessarie inerenti l’ordinaria amministrazione. Ed è in questo quadro di rigore fiscale che si inserisce la gita sociale, costata alle casse comunali 13.516 euro di soldi pubblici (determina n.585 del 12/08/2025). L’ente, tuttavia, non è nuovo a queste spese “non necessarie”. Lo scorso anno sempre la solita gita sociale, ma di un solo giorno, a Camigliatello Silano, è costata alle tasche dei contribuenti 8.400 euro (determina n.103 del 26/06/2024).
Interpellati il sindaco Pino Marasco e gli assessori De Stefano e Massara non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.