Gli angeli del sorriso: a Taverna nasce un’associazione in ricordo dei piccoli Giorgia e Mattia, scomparsi a pochi giorni di distanza
Il sodalizio mira a sostenere famiglie e bambini, con l'obiettivo di prevenire e informare su patologie infantili, grazie anche a un comitato scientifico dedicato costituito da medici degli ospedali di Catanzaro e del Gaslini di Genova
Nasce a Taverna l’associazione “Gli angeli del sorriso”, nel ricordo di due bambini, Giorgia e Mattia, strappati alla vita troppo presto, nel novembre dello scorso anno. Dal grande dolore per la loro perdita, le due famiglie hanno deciso di creare un’associazione che possa tendere la mano a quanti ne abbiano bisogno. Sabato 5 luglio, a Taverna, si terrà la presentazione alla presenza di diverse figure istituzionali e di medici dell’azienda Dulbecco di Catanzaro e del Gaslini di Genova. Intanto, a raccontarci qualcosa di più su questa nuova realtà è Agostino Grande, che oltre ad essere il il presidente dell’associazione è anche il papà della piccola Giorgia.
Gli Angeli del Sorriso è un’associazione medico culturale, quali sono gli obiettivi? Da chi è formata?
«L’associazione è stata formata dalle due famiglie, Grande e Scumaci, colpite dalla scomparsa dei piccoli Giorgia e Mattia. Ne fanno parte circa 300 soci tra ordinari e onorari. Ci siamo posti come obiettivi quelli di informare, formare e prevenire, quelle patologie che hanno riguardato in qualche modo Giorgia e Mattia. Il nostro target riguarda principalmente i bambini delle scuole primarie fino ad arrivare a quelli delle scuole secondarie di secondo grado. In pratica, un supporto alle famiglie dei bambini e dei ragazzi in età scolare. Abbiamo costituito, all’interno dell’associazione, un comitato scientifico formato da professionisti che prestano il loro servizio nelle nostre strutture ospedaliere e da un’equipe che presta servizio al Gaslini di Genova. Pensiamo, e ne siamo fortemente convinti, che la collaborazione tra professionisti e tra diverse strutture top in Italia e in Europa, possa e debba esistere perché solo così il paziente ne trova beneficio».
Lei è il papà di Giorgia, morta mentre le stavate portando al Gaslini di Genova. Ci ricorda quella storia?
«Giorgia era una bambina splendida, piena di vita e di gioia di vivere! Le piaceva la vita… Purtroppo ad agosto 2024 è stata colpita da 2 batteri intestinali e da lì è iniziato il nostro calvario. Dieci giorni di ricovero al Pugliese, subito dopo altri 24 giorni di ricovero al Gaslini, dove era seguita a causa delle sue difese immunitarie basse. Rientriamo a Taverna che Giorgia stava molto meglio. Il 24 ottobre, subisce una ricaduta e viene ricoverata al Ciaccio di Catanzaro. Dimessa dopo 8 giorni, ritorna a casa che stava iniziando a stare meglio e stavamo organizzando il controllo al Gaslini previsto per giorno 20 novembre. Al controllo presso il Ciaccio del 14 ottobre, i dottori ci dicono che tutto procede per il meglio e che sarebbe stato fondamentale il controllo di Genova. Giorno 18 mattina Giorgia inizia ad avere dei dolori all’addome e quindi decidiamo di partire il pomeriggio per andare a Genova. Durante il tragitto, Giorgia ha iniziato a stare male sempre di più… Il resto lo conoscete».
Un mese prima, sempre a Taverna era morto un ragazzino della stessa età…
«Mattia Scumaci, di soli 12 anni, è morto durante un allenamento sul campo di calcio. Davanti agli occhi del padre Carmine. Non c’è stato nulla da fare. Il suo cuore ha smesso di battere e, nonostante l’intervento tempestivo del 118, Mattia ci ha lasciati. Era il 7 novembre. Un altro bambino, pieno di sogni, di vitalità, di gioia di vivere. Anche lui ha lasciato la comunità di Taverna nell’angoscia».
Quanti angeli del sorriso dovranno ancora morire prima che la sanità funzioni al meglio in Calabria?
«Chiariamo subito una cosa: Giorgia e Mattia non sono vittime di malasanità».
Quali sono i progetti futuri che la vostra associazione intende portare avanti?
«Lo dicevo prima. Vogliamo essere un supporto alle famiglie che potrebbero averne bisogno. Vogliamo informare le persone con il supporto dei professionisti che ci affiancano. Vogliamo formare nuovi professionisti con esperti del settore e strutture all’avanguardia e vogliamo prevenire, per quanto possibile e senza presunzione, altri casi come quelli di Mattia e Giorgia».