Gratteri e Nicaso, un romanzo (e un consiglio) per i giovani: «È facile perdersi, scegliete il sacrificio e non facili scorciatoie»
Il procuratore calabrese di Napoli e lo storico delle mafie parlano ai ragazzi nel loro nuovo libro: «Anche noi siamo cresciuti in un ambiente non facile ma ci ha salvati la famiglia e la voglia di riscatto». Le risorse per le comunità? «Non servono eroi ma centri culturali e persone di buona volontà»
Non eroi ma donne e uomini di buona volontà bastano a fare la differenza. Non servono comode scorciatoie, ma impegno e sacrificio per agguantare i propri sogni e un futuro ricco di autentiche soddisfazioni.
Il messaggio che il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, e lo storico esperto di criminalità Antonio Nicaso, hanno voluto lanciare con il loro nuovo libro arriva dritto e chiaro già con il titolo: “Senza scorciatoie”. La forma è quella del romanzo, ed è dedicato ai ragazzi attraverso il racconto della vita di un tredicenne, Luigi, che vive in un ambiente socio/culturale difficile, dove le cattive compagnie le puoi trovare dietro l’angolo, ma anche in famiglia. Gratteri, nato e cresciuto a Gerace, è uno dei più noti magistrati italiani. Nicaso, nato a Caulonia, è professore universitario in Canada e saggista di fama internazionale. Eppure, raccontano in questa intervista corale, «anche noi siamo cresciuti in un ambiente in cui era facile perdersi».
Come nasce l’idea di un romanzo per ragazzi?
Gratteri: «Questo progetto nasce dall’idea di raccontare storie che possano veicolare messaggi importanti per la crescita dei giovani. Tra questi, il concetto che solo attraverso il sacrificio è possibile raggiungere la vera libertà, mentre le scorciatoie, seppure allettanti, sono da evitare. L’intento è di ispirare una riflessione profonda sulle scelte, insegnando che il cammino più arduo è spesso quello che porta a risultati duraturi e soddisfacenti».
Che tipo è Luigi, il protagonista del vostro racconto?
Nicaso: «Luigi è un giovane insicuro, facilmente influenzato dal cugino, il quale lo spinge su strade sbagliate che rischiano di annullare il suo talento e soffocare i suoi sogni. Sebbene sembri perso in un vortice di scelte errate, Luigi alla fine trova la forza di riscattarsi. Attraverso un percorso di crescita personale, riesce a liberarsi dalle influenze negative e a perseguire il suo vero potenziale, dimostrando che, anche nei momenti di incertezza, è possibile trovare la propria strada e realizzare i propri sogni».
Vi siete ispirati in qualche modo alla vostra infanzia? Su quali tratti?
Gratteri: «Anche noi siamo cresciuti in un ambiente in cui era facile perdersi. Se siamo riusciti a mantenere il nostro percorso, lo dobbiamo alla guida dei nostri genitori, agli insegnamenti degli educatori che ci hanno accompagnato e alla nostra determinazione di riscatto in una terra difficile. Il racconto trae ispirazione da questi tratti della nostra infanzia: la lotta contro le difficoltà quotidiane, il valore della famiglia e della comunità, e la forza di non arrendersi mai, anche quando le circostanze sembrano avverse».
Cosa vi ha salvati, da ragazzi, dall’intraprendere cattive abitudini?
Nicaso: «Ciò che ci ha salvati, da ragazzi, è stato il forte senso di responsabilità che abbiamo avuto verso le nostre famiglie e la consapevolezza di avere un futuro da costruire. Abbiamo trovato un esempio positivo nei nostri genitori e nelle persone che ci circondavano, che ci hanno sempre incoraggiato a fare scelte giuste, a non cedere alle tentazioni. Inoltre, la voglia di riscatto e il desiderio di raggiungere qualcosa di più ci hanno spinti a evitare le scorciatoie, scegliendo un cammino che, pur essendo più difficile, ci avrebbe dato la possibilità di costruirci una vita dignitosa e soddisfacente».
Nel romanzo emerge il degrado nel quale vive Luigi: quartieri mal messi, spazzatura, un campo di calcio quasi inesistente. Quanto fanno male alla crescita di un ragazzo queste situazioni?
Gratteri: «Il degrado in cui vive Luigi, con quartieri abbandonati, spazzatura per le strade e un campo di calcio quasi inesistente, rappresenta una realtà che, purtroppo, è ancora troppo comune in molte periferie. Queste situazioni hanno un impatto devastante sulla crescita di un ragazzo. Quando l'ambiente circostante è trascurato e privo di opportunità, il giovane rischia di perdere fiducia in se stesso e nel futuro. La mancanza di spazi sani in cui crescere, come luoghi dove praticare sport o interagire con altri ragazzi, alimenta il senso di abbandono e di frustrazione. A lungo andare, questo può favorire l'insorgere di cattive abitudini e influenzare negativamente lo sviluppo emotivo e sociale».
Antony, cugino di Luigi, rappresenta la cattiva strada. Ha un nome volutamente scritto male in inglese…
Nicaso: «Questa scelta serve a sottolineare non solo il suo distacco dalle convenzioni, ma anche la sua tendenza a deviare dalle aspettative e dalle possibilità più positive. La scrittura del nome in modo non convenzionale riflette il suo ruolo nel racconto: un personaggio che rappresenta una rottura con le norme e le aspettative, e che spinge Luigi verso un cammino pericoloso».
Eppure un centro culturale e persone di buona volontà possono fare molto!
Gratteri: «Assolutamente! Un centro culturale, insieme a persone di buona volontà, può rappresentare una vera e propria risorsa per la comunità, soprattutto in contesti difficili. Non servono eroi, ma semplicemente individui che, con impegno e dedizione, decidono di fare la differenza. Queste realtà possono offrire opportunità, spazi di crescita, e modelli positivi che spesso mancano nei quartieri degradati».
Nicaso: «L'incontro con persone che credono nel valore dell'educazione, della cultura e del dialogo può risvegliare nei giovani il desiderio di migliorarsi, di fare scelte migliori e di credere in un futuro migliore. A volte, è proprio questo tipo di supporto, fatto di azioni concrete e non di eroismi, a generare il cambiamento più significativo».