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09/09/2025 ore 07.56
Attualità

Il calabrese Nando Primerano con la Freedom Flotilla Italia in soccorso della popolazione palestinese a Gaza

L'attivista: «Scelgo di partire per i palestinesi che non possono scegliere di rimanere nella loro terra». Da decenni ha sposato la causa di questo popolo assediato. Salperà alla volta della Striscia il prossimo 24 settembre

di Anna Foti

«Il popolo palestinese non ha scelta. Invece noi una scelta l’abbiamo. Quella di fare qualcosa e qualcosa va fatta per scuotere i governi collusi che stanno tollerando il genocidio dei palestinesi a Gaza».

Nando Primerano, attivista del centro sociale Angelina Cartella di Reggio Calabria, dagli anni Ottanta ha sposato la causa del popolo palestinese, sulla scia della strage consumatasi tra il 16 e il 18 settembre 1982 nel quartiere di Sabra nel campo profughi di Shatila alla periferia di Beirut. In soccorso del popolo palestinese, è già stato a Gaza nei primi anni Duemila, durante la seconda Infifada. È stato anche nei campi profughi in Libano e in Siria. Adesso ha accolto l’invito di un amico di vecchia data, Dario Liotta, reggino da tempo residente in Lombardia. E così dopo oltre 20 anni, accettando di imbarcarsi come secondo skipper, partirà dal porto di Otranto in missione per Gaza probabilmente il prossimo 24 settembre. La variabilità delle condizioni meteo potrebbe, come sta accadendo per la Global Sumud flotilla, determinare uno slittamento della data. 

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Nando Primerano, seguendo da tempo la causa del popolo palestinese, registra in questo momento una mobilitazione ampia e genuina alimentata dalla Global Sumud Flotilla.

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Lui partirà con la Freedom Flotilla Italia, parte della Coalizione Internazionale che da anni organizza missioni pacifiche e non violente per rompere l’embargo imposto alla popolazione di Gaza.

Dunque una missione diversa da quella della Global Sumud ma con la stessa natura umanitaria e le stesse finalità di trasportare a Gaza cibo e beni di prima necessità per un popolo ridotto allo stremo e così sfidare l'embargo imposto dal governo israeliano.

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