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21/11/2025 ore 20.22
Attualità

Il mostro in casa, al Sud più casi di violenza domestica contro le donne. E solo poche vittime denunciano

Nel Mezzogiorno dati più critici rispetto al resto del Paese: il 2% colpite dal partner attuale e quasi il 5% dagli ex. I dati nel report Istat

di Giampaolo Cristofaro

Il nuovo rapporto Istat sulla violenza contro le donne consegna una fotografia complessa e, per il Mezzogiorno, ancora più intricata. Se a livello nazionale il fenomeno appare stabile, al Sud continuano a emergere indicatori che rivelano una maggiore fragilità nelle dinamiche di coppia e un sommerso ancora molto ampio.

Secondo il documento “La violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia – Primi risultati 2025”, nel Mezzogiorno si registra un quadro peculiare: più violenze da partner, meno da non partner, ma una persistenza di situazioni che mettono a rischio l’incolumità delle donne.

«Il Sud resta un’area in cui la violenza domestica conserva livelli più elevati rispetto al resto del Paese» si legge nelle tabelle del report. Un dato che conferma la centralità del contesto familiare nelle dinamiche di abuso.

Più violenze dal partner rispetto alla media nazionale

Nelle regioni meridionali, il 2025 mostra livelli superiori alla media nelle violenze esercitate dal partner:

La tendenza opposta riguarda invece le violenze da parte di uomini non partner—conoscenti, amici, colleghi o sconosciuti—che nel Sud risultano leggermente più basse rispetto ad altre aree del Paese (dati presenti nel prospetto territoriale del rapporto).

Un Mezzogiorno meno esposto alle violenze fisiche “esterne”, ma più vulnerabile nelle relazioni di coppia

Il Mezzogiorno si conferma dunque luogo in cui la violenza si manifesta soprattutto nel contesto domestico.
Secondo il prospetto 5, negli ultimi cinque anni le donne del Sud hanno subito:

Sono valori leggermente inferiori alla media nazionale dell’11%, ma il dato più significativo sta nella distribuzione: più aggressioni da partner, meno da esterni.

Un segnale che rimanda a modelli relazionali più rigidi, alla dipendenza economica più frequente e a una maggiore difficoltà nel chiedere aiuto.

Violenza psicologica più diffusa: il controllo nella coppia pesa soprattutto al Sud

I dati 2025 mostrano anche un primato poco rassicurante:
la violenza psicologica esercitata dal partner attuale è più frequente proprio al Sud, raggiungendo il 5% delle donne in coppia, contro una media nazionale del 3,5%.

Le forme più ricorrenti includono: isolamento dalla rete familiare e sociale, controllo di spostamenti o abitudini, svalorizzazione costante, intimidazioni e minacce.

Il Mezzogiorno, inoltre, registra una maggiore incidenza di donne che non si considerano economicamente indipendenti, fattore che – come evidenzia il rapporto – aumenta sensibilmente il rischio di essere vittima di violenza economica e psicologica.

Meno denunce, più sommerso

Il grande nodo resta il sommerso. Nel Sud, come nel resto d’Italia, solo una minoranza delle vittime denuncia. Anche se il documento non fornisce un dato territoriale specifico sulle denunce, i tassi più alti di violenza domestica combinati con la minore propensione alla denuncia fanno ritenere che la quota di sommerso nel Mezzogiorno sia particolarmente ampia.

Il Sud come area a rischio “interno”

Il quadro territoriale restituito dall’Istat mostra chiaramente che nel Mezzogiorno la violenza domestica è più diffusa della media, la violenza dagli ex partner è in crescita rispetto al passato, la violenza psicologica è più pervasiva, il contesto sociale ed economico amplifica la difficoltà di uscire dalla violenza.

Nel complesso, mentre il Paese sembra avanzare in consapevolezza, nel Sud restano nodi strutturali che rallentano il processo di emancipazione dalla violenza: fragilità economica, dipendenza nella coppia, scarsa fiducia nelle istituzioni.

Un quadro che invita a rafforzare l’azione sul territorio, con interventi mirati a sostenere l’autonomia femminile e la rete dei servizi antiviolenza.