Il presidente d’Albania Begaj accolto all’Università della Calabria: «Prezioso scrigno delle nostre comuni radici»
Il leader politico ospite tra i cubi dell’ateneo dove dal 1975 è presente una delle tre cattedre d’Italia dedicate alla lingua arbëreshe
La visita all’Università della Calabria del presidente di Albania Bajram Begaj suona come un riconoscimento del lavoro svolto in seno all’ateneo, per preservare e tramandare la cultura arbëreshe. Un impegno testimoniato anche dalla istituzione di una cattedra dedicata all’albanese, una delle uniche tre presenti in Italia, fondata nel 1975 dall’indimenticato Papas Francesco Solano, che l’ha diretta fino al 1990.
Pilastro della conoscenza
Ora il testimone è passato al docente Francesco Altimari, memoria storica della sezione di Albanologia, tra i pilastri di quel ponte di conoscenza costruito tra la Calabria ed il paese balcanico. Il presidente Begaj, accompagnato dalla first lady è stato prima accolto dal rettore Nicola Leone: «Accogliere il presidente Bajram Begaj è per noi motivo di profondo onore – ha dichiarato il rettore nel ricevere insieme al prefetto Rosa Maria Padovano, il prestigioso leader politico –. La sua visita riconosce il nostro lavoro sulla cultura arbëreshe e sulle minoranze linguistiche, e ci incoraggia a costruire ancora più ponti attraverso la conoscenza. In un’epoca segnata da forti conflitti – ha aggiunto Leone – è particolarmente importante ricordare che la cultura unisce, le radici comuni sono motore di sviluppo e le minoranze non sono frammenti dimenticati, ma dialoghi vivi fra comunità che, pur distanti, continuano a sentirsi parte di una stessa patria culturale».
Gioielli del caos
Nello scambio di doni istituzionali, il rettore ha omaggiato Amanda Begaj con un esemplare unico dei gioielli del caos, stampato in 3D nei laboratori Unical. Ideati dai professori Eleonora Bilotta e Pietro Pantano, questi gioielli, ispirati alla teoria matematica del caos che descrive fenomeni complessi come il clima, le reti neuronali o i mercati globali, raccontano l’incontro fra creatività scientifica e visione estetica. Un dono particolarmente apprezzato. Il presidente Begaj, dal canto suo, ha avuto parole di massimo apprezzamento per il ruolo culturale che l’Unical svolge da ormai 50 anni, dall’istituzione di una cattedra dedicata all’albanese, una delle tre sole presenti in Italia, che si sforza di preservare una lingua rara e dalle origini antiche. Guidato dal professor Altimari, il presidente ha quindi visitato la Sezione di Albanologia, ospitata nella Biblioteca di area umanistica.
Libri e tesi di laurea
Tra scaffali e teche, gli sono stati mostrati i preziosi tesori albanologici custoditi in laboratorio e nei fondi speciali consistenti oltre cento titoli – cartacei e digitali – più 285 tesi di laurea e 25 di dottorato, tutte digitalizzate. Sul fronte della terza missione, sono state illustrate al presidente Begaj l’attenzione costante ai bisogni linguistici e culturali del territorio: dal testo didattico Arbërisht? Pse jo?, appena ristampato con il contributo di tre aziende arbëreshë, al progetto transnazionale italo-albanese Moti i Madh per il riconoscimento Unesco dei riti primaverili arbëreshë, un’iniziativa nata nel 2020 dalla Fondazione Francesco Solano che coinvolge cinque atenei italiani e l’Accademia delle scienze d’Albania. Il presidente nel ringraziare per l’accoglienza ricevuta ha definito l’Unical uno «scrigno prezioso delle comuni radici» che ancora oggi legano Calabria ed Albania.
L’atlante linguistico e il dizionario digitale
Il professore Altimari ha infine parlato di nuovi grandi progetti in cantiere: l’Atlante linguistico multimediale arbëreshë e il vasto Dizionario digitale arbëreshë, che coinvolge docenti di Calabria, Palermo, Salento e Venezia e giovani ricercatori nelle aree albanofone del Mezzogiorno. La visita di Begaj si inserisce in un ricco percorso di relazioni istituzionali fra Unical e mondo balcanico: negli ultimi anni il campus ha accolto i presidenti del Kosovo Hashim Thaçi (2017) e Vjosa Osmani (2023), oltre ai presidenti albanesi Sali Berisha (1995), Alfred Moisiu (2004) e Ilir Meta (2018).