Sezioni
Edizioni locali
04/09/2025 ore 18.50
Attualità

In ricordo di Saverio Montebianco Abenavoli, figura di spicco della medicina della nostra regione

Medico illuminato e raffinato intellettuale che ha unito scienza e umanità, lasciando un segno profondo nella medicina e nella cultura calabrese

di Redazione

«Di mio padre ricorderò sempre la forza della sua passione, la dedizione ai pazienti e alla conoscenza, ma soprattutto l’esempio di umanità che ha lasciato a chiunque lo abbia incontrato».
Così il prof Ludovico Abenavoli, Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ricorda suo padre scomparso nei giorni scorsi.
La comunità scientifica e culturale calabrese ha voluto ricordare Saverio Montebianco Abenavoli, figura di spicco della medicina della nostra regione. Con rigore, dedizione e passione, Abenavoli è stato tra il fondatore dell’epatologia in Calabria, disciplina che grazie al suo impegno ed alla sua visione, ha avuto negli ultimi decenni uno sviluppo fondamentale nella diagnosi e nella cura delle malattie del fegato. Innumerevoli sono i medici formati sotto la sua guida e i pazienti che hanno beneficiato della sua competenza e della sua umanità.
Ma Abenavoli non è stato soltanto un grande medico. Spirito curioso e mente aperta, ha coltivato per tutta la vita un profondo interesse per la storia e, in particolare, per le vicende della Calabria normanna. La sua passione lo ha portato ad essere riconosciuto come uno dei più fini conoscitori del Medioevo meridionale, capace di intrecciare rigore scientifico e amore autentico per le radici culturali del suo territorio.
Il suo doppio profilo di medico e intellettuale lo ha reso una figura rara nel panorama culturale calabrese, capace di passare con naturalezza dal linguaggio clinico a quello storico, dalla scienza alle arti, senza mai perdere il filo della sua missione principale, quella di mettere il sapere al servizio della nostra comunità.
Colleghi, amici e familiari lo ricordano come un uomo di grande spessore morale, generoso nel trasmettere conoscenze, capace di unire fermezza e gentilezza, professionalità e passione civile. La sua eredità resterà viva non solo nei progressi della medicina calabrese, ma anche nella memoria storica di una terra che amava profondamente.