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04/05/2025 ore 12.54
Attualità

La Calabria ha dato alla Chiesa dieci papi e un antipapa: l’orribile storia di Giovanni XVI torturato e mutilato

Nato a Rossano e nominato nel 996 in opposizione al legittimo pontefice Gregorio V, fu decapitato dopo la condanna per tradimento 

di Giuseppe Addesi

In duemila anni, la Calabria ha dato alla Chiesa dieci papi e anche un antipapa. Il suo nome era Giovanni Filagata, nato a Rossano il 19 giugno dell’anno 921 e passato alla storia come uno dei sedici antipapi. Nella primavera del 996 l’imperatore del Sacro Romano Impero e re di Germania, Ottone III, varcò le Alpi ed entrò a Roma indossando una corazza d’argento e cingendo sul capo una corona d’oro tempestata di pietre preziose.

Aveva al fianco il cugino ventiduenne Bruno, che era anche il suo confessore e che nel maggio dello stesso anno, alla morte di Giovanni XIV, assunse la tiara con il nome di Gregorio V. Fu il primo Pontefice tedesco. Ma, dopo la partenza dell’imperatore, il senatore e potente nobile romano Giovanni Crescenzio, detto il Nomentano, appoggiato dal popolo, scacciò papa Gregorio e lo sostituì con un suo protetto, il calabrese Giovanni Filagata, che prese il nome di Giovanni XVI. Ottone, allarmato, abbandonò di nuovo la Germania e calò in Italia. Nel Sinodo di Pavia del 997, Gregorio lo scongiurò di restituirgli la tiara e cacciare l’antipapa che i Romani avevano messo al suo posto. Gregorio V fu proclamato legittimo papa e Giovanni XVI venne scomunicato. Poi Ottone, furente, ordinò all’esercito di marciare su Roma e Crescenzio, abbandonato a se stesso, si barricò in Castel Sant’Angelo, deciso a vender cara la pelle, ma alla fine fu costretto a capitolare.

Il ribelle fu condannato a morte, decapitato e precipitato dai merli della torre più alta. Poi il cadavere, maciullato e irriconoscibile, fu appeso a un patibolo eretto sul cocuzzolo di Monte Mario dove per una settimana fu esposto al ludibrio dei romani. La moglie Stefania fu condotta al cospetto dell’imperatore, di cui divenne l’amante.

Ancora più terribile sorte toccò all’antipapa Giovanni XVI. Filogata subì, ad opera dei soldati di Ottone, la tortura con gravi mutilazioni. L’imperatore gli fece cavare gli occhi, mozzare le orecchie e tranciare il naso, poi venne messo sopra un asino con il viso rivolto verso la coda e condotto per le vie di Roma.

Fu processato come usurpatore e traditore e, ritenuto colpevole da parte di un Concilio convocato da papa Gregorio V, Giovanni fu svestito degli abiti papali, rimessigli per l’occasione, e rivestito con una ruvida tunica. Rinchiuso in carcere, morì dopo pochi mesi tra atroci sofferenze. Anche Gregorio V morì in quello stesso anno, stroncato da un infarto. Alla sua morte, l’Urbe festeggiò: i Romani l’avevano sempre detestato perché era avaro e perché era straniero.

Ma gli antipapi non appartengono solo al Medioevo. Mentre cresce l’attesa per il prossimo Conclave, che si aprirà il 7 maggio per l’elezione del successore di Papa Francesco, nel mondo si registrano ancora oggi, secondo una ricerca del giornalista Alessandro Capriccioli, ben quattro antipapi viventi, distribuiti nei vari continenti.