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25/12/2025 ore 18.46
Attualità

La comunicazione e l’informazione come responsabilità collettiva: la ricetta (vincente) del network LaC a Vengo dopo il tg

Ospite speciale della puntata l’editore e presidente Domenico Maduli che in merito ai risultati eccezionali raggiunti dal network ha puntualizzato: «È merito del grande gruppo di professionisti»

di Ernesto Mastroianni

La puntata natalizia del fortunato varietà "Vengo dopo il Tg" si è imposta come un momento di particolare rilevanza, soprattutto come occasione di racconto di una visione imprenditoriale e culturale che, nel corso di poco più di un decennio, ha saputo ridefinire il perimetro della comunicazione calabrese. Al centro della scena, con naturalezza e autorevolezza, l’editore e presidente del network LaC, Domenico Maduli, protagonista di un intervento che ha assunto i contorni di una vera e propria ricostruzione storica, professionale e valoriale dell’azienda (clicca QUI per rivedere la puntata).

Accolto sulle note di "Io sono un istrione" di Charles Aznavour – scelta musicale densa di rimandi simbolici, tutt’altro che ornamentale – Maduli ha subito collocato il proprio racconto in una dimensione di consapevole responsabilità pubblica. L’istrione, qui, non è una figura di superficie, ma colui che conosce il mezzo, ne governa i tempi e se ne assume i rischi. Da questa postura è scaturita una riflessione articolata sulla nascita e sull’evoluzione del progetto LaC, dalle origini di Rete K fino alla definizione di un marchio che oggi si presenta come sistema editoriale integrato.

Il 2025: un anno rivelatore per la Calabria e per il network LaC che conquista 100 milioni di visualizzazioni

Maduli ha ripercorso con precisione un decennio in cui il mondo della comunicazione è stato radicalmente stravolto: mutamenti tecnologici, nuove modalità di fruizione, trasformazione dei linguaggi e delle aspettative del pubblico. In questo scenario instabile, LaC ha progressivamente costruito un’identità riconoscibile, capace di tenere insieme informazione, televisione e piattaforme digitali. Emblematico, in tal senso, il dato relativo all’informazione online, con LaC News24, testata diretta da Franco Laratta, e le altre testate provinciali del network, che hanno raggiunto a fine 2025 cento milioni di visualizzazioni: un risultato che Maduli ha volutamente sottratto a ogni trionfalismo individuale, ricollocandolo all’interno di una logica collettiva. «È merito del grande gruppo di professionisti», ha ribadito l’editore.

Più volte, infatti, il presidente ha insistito sull’importanza decisiva del gruppo: competenze, professionalità e visione comune costituiscono l’ossatura reale del progetto. Non esistono successi solitari, ma strutture che funzionano solo quando il lavoro è condiviso.

Sollecitato da Francesco Occhiuzzi su uno dei nodi più sensibili, Maduli ha affrontato con franchezza la questione del lavoro in Calabria. Ha riconosciuto quanto sia complesso operare in questo territorio e quanto le difficoltà strutturali incidano sui percorsi professionali e imprenditoriali. Da qui una delle affermazioni più incisive della puntata: «Chi riesce a lavorare e a vincere in Calabria vince per tre, perché il risultato è frutto di una resistenza più lunga, di uno sforzo amplificato, di una determinazione che altrove non è sempre necessaria».

LaC oltre i confini regionali

In questo quadro si inserisce il racconto di come LaC sia riuscita a portare la propria idea di televisione oltre i confini regionali. Non attraverso scorciatoie o innesti esterni, ma grazie a un gruppo di professionisti calabresi che ha condiviso e reso concreto un sogno editoriale nato sul territorio. Una scelta che rivendica l’autosufficienza culturale come valore, non come limite.

Altro passaggio centrale è stato quello dedicato all’informazione super partes. Maduli non ha negato le difficoltà di un simile obiettivo, soprattutto in contesti complessi e polarizzati, ma ne ha ribadito la necessità assoluta. Fare informazione equilibrata richiede carattere, capacità di reggere le pressioni e coerenza editoriale.

Da qui il consiglio rivolto a chi intende intraprendere questo mestiere: accettare il senso profondo della gavetta, non cercare scorciatoie, imparare a distinguere l’essenziale dall’accessorio. L’immagine evocata – «non guardare il dito, ma guardare la luna» – si è caricata di una chiara valenza pedagogica: mantenere lo sguardo alto, costruire nel tempo.

LaC, ha concluso Maduli, è oggi un marchio fortissimo e riconoscibile. Da quella Rete Kiniziale si è giunti a tre lettere capaci di costruire un mondo, un ecosistema comunicativo che tiene insieme informazione, intrattenimento e identità territoriale.

Il microfono, arma del bene

Nel clima natalizio, lo spazio dell’emozione ha trovato un’espressione altamente simbolica nel gesto con cui Maduli ha donato ad Aldo Perrone il microfono di LaC On Air. Un oggetto tecnico trasformato in segno di riconoscimento e continuità. La frase pronunciata in quell’occasione – «i microfoni sono armi del bene» – ha sintetizzato efficacemente una visione etica della comunicazione come strumento di responsabilità civile.

Attorno a questo momento si è sviluppata la dimensione più conviviale della puntata, con gli auguri natalizi, la presenza sorridente di Perrone e l’allargamento simbolico della tavola a Januaria Carito, Vincenzo Maida, Giada Zurzolo, Elvira Sangineto e Cecilia Larosa, chiamati a condividere le delizie preparate da Francesca Mannis. Spazio anche alla musica, con il cantautore Giovanni Segreti Bruno affiancato dal produttore Gianni Testa, e con la presenza costante di Giuseppe Cosentino, in arte “maestro Sorrentino”, elemento strutturale della trasmissione.

In questa architettura complessa, Francesco Occhiuzzi ha confermato la capacità di tenere insieme registri differenti, dimostrando come Vengo dopo il Tg sia oggi uno dei varietà più riusciti proprio per l’equilibrio tra informazione, racconto editoriale, intrattenimento, musica ed emozione. Una regia istrionica nel senso più alto del termine: padronanza del mezzo, controllo della scena, capacità di valorizzare ogni voce senza dispersione.

Le sfide quotidiane

La puntata natalizia di Vengo dopo il Tg ha restituito soprattutto il ritratto di un progetto editoriale chiaro. Attraverso le parole di Domenico Maduli è emersa una visione netta della comunicazione come costruzione collettiva, esercizio di responsabilità e sfida quotidiana in un territorio complesso. In un tempo in cui la televisione tende spesso alla superficialità, LaC dimostra che è ancora possibile coniugare racconto, identità e profondità, facendo del Natale non una parentesi retorica, ma un’occasione per ribadire il senso di un cammino condiviso.