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01/05/2025 ore 09.02
Attualità

La storia del Primo Maggio: dalle fabbriche (e le barricate) alla musica di Piazza San Giovanni

Il lavoro resta una battaglia quotidiana: sicurezza, diritti, uguaglianza. E il Concertone, anche solo per un giorno, diventa voce collettiva. Un modo per ricordare da dove veniamo. E dove vogliamo andare

di Andrea Papaccio Napoletano

Il Primo Maggio non è solo una giornata di festa: è una data che racconta fatica, coraggio, ingiustizie e conquiste. In Italia, come nel resto del mondo, rappresenta la lotta dei lavoratori per i propri diritti. Ma è anche diventato, negli anni, un grande momento di musica e condivisione, grazie al famoso concertone di Roma. Come siamo passati dalle barricate di fine Ottocento alle chitarre e agli applausi sotto il cielo della Capitale? Facciamo un salto indietro.

Tutto comincia a Chicago

Siamo nel 1886, nel cuore della Chicago industriale. Gli operai lavorano anche 16 ore al giorno e iniziano a scioperare per ottenere turni più umani: otto ore per lavorare, otto per vivere, otto per dormire. Il 1° maggio parte una protesta nazionale, ma il clima si fa subito pesante. Il 3 maggio la polizia apre il fuoco su alcuni manifestanti davanti alla fabbrica McCormick. Il giorno dopo, in Haymarket Square, scoppia una bomba. Muoiono sei poliziotti e la repressione è durissima. È il cosiddetto “massacro di Haymarket”, che segna per sempre la storia del movimento operaio.
Nel 1889, la Seconda Internazionale decide che il 1°maggio sarà la giornata mondiale dei lavoratori. In Italia, la prima celebrazione arriva nel 1891. A Roma, in Piazza Santa Croce in Gerusalemme, si radunano lavoratori e militanti, ma finisce con scontri, arresti e vittime. È l’inizio di una lunga, travagliata storia.

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Il Primo Maggio in Italia: tra fascismo, fede e sangue

Durante il regime fascista, la festa viene cancellata e sostituita con il “Natale di Roma”, il 21 aprile. Ma la gente non smette di ricordarla: si continua a celebrare in segreto, con piccoli gesti come un garofano rosso all’occhiello. Dopo la Liberazione, il Primo Maggio torna ufficialmente nel calendario delle feste nazionali a partire dal 1946.

Nel 1955, la Chiesa Cattolica decise di dare alla giornata anche un volto spirituale. Papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe Lavoratore, patrono dei lavoratori, celebrata proprio il 1° maggio. Fu una risposta al carattere laico e socialista che la ricorrenza aveva assunto, soprattutto nei Paesi dell’Est e nell’Europa postbellica. San Giuseppe, figura di riferimento per il lavoro umile e silenzioso, diventò così il simbolo religioso del lavoro onesto e dignitoso. La festa è tuttora celebrata in molte chiese cattoliche in tutto il mondo.
Tuttavia, non mancano episodi tragici. Uno su tutti: la strage di Portella della Ginestra. È il 1° maggio del 1947, in Sicilia. Circa duemila contadini si riuniscono per festeggiare e rivendicare i propri diritti. Vengono attaccati da uomini armati al soldo del bandito e mafioso Salvatore Giuliano. Undici morti, oltre cinquanta feriti. Ancora oggi, quel nome – Portella – resta una ferita aperta.

Il concertone: quando la musica prende parola

Arriviamo al 1990. Cgil, Cisl e Uil decidono di dare una nuova forma al Primo Maggio: nasce il concertone di Piazza San Giovanni a Roma. Non è solo musica: è una giornata di festa, ma anche di memoria e impegno. Il palco diventa una cassa di risonanza per denunciare le ingiustizie, parlare di lavoro, lanciare messaggi forti.
Negli anni si alternano artisti italiani e internazionali: B.B. King, Ligabue, Iron Maiden, Carmen Consoli, Mahmood, Ex-Otago. E ogni edizione lascia un segno. Nel 1991, i Gang incitano allo sciopero generale. Nel 2014, Piero Pelù attacca duramente il governo Renzi. Nel 2015, un minuto di silenzio apre il concerto per ricordare le vittime del Nepal e i migranti morti nel Mediterraneo. E poi c’è sempre lei: Bella Ciao, intonata da tutti, in mille versioni. Un inno che non invecchierà mai.

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Il concerto che cresce (e resiste)

Nel tempo il concertone è cambiato, ma senza perdere la sua anima. Dal 2014, grazie al contest 1MNext, dà spazio anche ai giovani artisti emergenti. La pandemia lo ha costretto a reinventarsi: niente folle in piazza, ma esibizioni registrate o in diretta da luoghi alternativi. Nel 2024, per via dei lavori del Giubileo, il concerto si è trasferito al Circo Massimo. Ma nel 2025 torna a casa, in Piazza San Giovanni, con Noemi, Ermal Meta e BigMama alla conduzione, e nomi come Achille Lauro e Brunori Sas a infiammare il palco.

Un giorno per ricordare, ogni anno

Oggi il 1° maggio in Italia è una giornata che unisce generazioni diverse. C’è chi la vive come un giorno di memoria, chi come un’occasione per ascoltare musica, chi per riflettere sul presente. Rai 3, Rai Radio 2 e RaiPlay trasmettono il concertone in diretta, mentre i sindacati scelgono ogni anno un tema centrale: nel 2024 è stato “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”.
Il lavoro resta una battaglia quotidiana: sicurezza, diritti, uguaglianza. E la musica, anche solo per un giorno, diventa voce collettiva. Un modo per ricordare da dove veniamo. E dove vogliamo andare.

Buon Primo Maggio. Sempre.