“L’algoritmo della realtà”: a Rende un confronto sul potere degli algoritmi nella società digitale
Al Museo del Presente la presentazione del libro di Eugenio Iorio diventa occasione per analizzare rischi e opportunità dell’IA tra informazione, potere digitale e nuove forme di controllo. Presente anche il direttore responsabile di LaC News24 Franco Laratta
Si è svolta l’11 dicembre, nella Sala Londra del Museo del Presente di Rende, la presentazione del libro L’algoritmo della realtà. Simulazione, dominio e hacking cognitivo nella noosfera informazionale di Eugenio Iorio. Un appuntamento che ha offerto un’analisi lucida e inquieta su come l’infosfera digitale stia ridefinendo il nostro modo di percepire il mondo.
L’iniziativa, promossa da Innova Rende insieme a Minds – Comunicazione Politica e Istituzionale e Majorana Group, ha riunito esperti provenienti da ambiti differenti, uniti dal desiderio di riflettere sul rapporto tra tecnologia, potere e coscienza collettiva.
Dopo i saluti del presidente di Innova Rende, Gianluca De Rango, sono intervenuti tre ospiti che hanno discusso il libro da prospettive complementari. Franco Laratta, direttore di LaC News 24, ha richiamato l’attenzione sul ruolo dell’informazione in un ecosistema mediatico sempre più vulnerabile alla manipolazione. Raffaele Gravina, professore associato di Sistemi di elaborazione delle informazioni all’Università della Calabria, ha offerto una chiave di lettura tecnico–scientifica sui cambiamenti in atto. Elisabetta Merenda (Innova Rende) ha affrontato le implicazioni sociali e culturali di un ambiente cognitivo regolato da algoritmi. Il dibattito è stato introdotto e moderato da Rocco Sicoli di Minds Comunicazione.
Algoritmi come nuovi dispositivi di potere
Il libro di Iorio non si limita a spiegare come funzionano gli algoritmi: li osserva come strumenti capaci di orientare scelte, modellare desideri, influenzare l’immaginario collettivo e, in molti casi, ridefinire ciò che chiamiamo realtà.
Nella noosfera informazionale descritta dall’autore, contenuti, immagini e narrazioni non rappresentano più soltanto il mondo, ma finiscono per sostituirlo. La realtà si trasforma in un flusso continuo di interpretazioni guidate da algoritmi che apprendono, prevedono, suggeriscono e spesso indirizzano i comportamenti in modo quasi invisibile.
Intelligenza artificiale tra opportunità e rischi
Il tema è quanto mai attuale. La crescita dell’intelligenza artificiale apre opportunità enormi: ottimizzazione di processi, avanzamenti in campo medico, supporto alla didattica e alla creatività, decisioni più rapide per imprese e amministrazioni. Se utilizzata con consapevolezza, l’IA può amplificare le capacità umane. Ma esiste anche un lato oscuro, che Iorio invita a non sottovalutare: deepfake sempre più perfetti che minano la fiducia nelle immagini; algoritmi opachi che replicano bias e discriminazioni; micro–targetizzazioni politiche capaci di orientare opinioni individuali; una sovrabbondanza informativa che rende fragile la nozione stessa di verità.
Non è soltanto tecnologia: è un nuovo modo di abitare lo spazio pubblico e privato. E la domanda che attraversa il libro – chi controlla la realtà quando viene costruita da algoritmi? – è una delle questioni centrali del nostro tempo.
Verso una cittadinanza digitale più consapevole
L’incontro di Rende è stato anche un invito a sviluppare una cultura critica dell’algoritmo. Comprendere come funziona un modello predittivo, quali dati raccoglie e con quali finalità viene utilizzato non è più una competenza da addetti ai lavori, ma un elemento essenziale di cittadinanza.
Per affrontare la trasformazione in corso servono strumenti nuovi: maggiore trasparenza nei sistemi algoritmici, educazione digitale diffusa, regole chiare contro gli abusi, responsabilità collettiva nella produzione e nella circolazione delle informazioni.
Il libro di Iorio – e il confronto che si è aperto a Rende – si muove in questa direzione: evitare di delegare la realtà a un calcolo invisibile e preservare lo sguardo critico, etico e umano con cui interpretiamo il mondo.