L'ex governatore Loiero: «Crollata la consistenza della politica, si fa sui social e qui le bugie la fanno da padrone»
L’ex presidente della Regione Calabria e già ministro riflette sul cambiamento della politica, l’uso dei social, la sfiducia dei cittadini e le sfide della Calabria tra sanità, povertà e spopolamento: «La nostra sanità è la peggiore d’Europa, un calabrese su due è povero»
Agazio Loiero, ex ministro, presidente della Regione Calabria e parlamentare di lungo corso, torna a farsi sentire come attento osservatore della scena politica e sociale. In un’intervista esclusiva, Loiero ripercorre il suo periodo alla guida della Calabria, riflette sul cambiamento radicale del modo di fare politica, sulla crescente influenza dei social e sull’aumento della sfiducia dei cittadini, e lancia uno sguardo critico sulle sfide che oggi attendono la Regione, dallo spopolamento alla crisi sanitaria.
Quanto tempo è passato da quando Agazio Loiero è stato presidente della Regione Calabria? Sembra un secolo.
«È un secolo. Il tempo ha subito in questi ultimi anni un’accelerazione vertiginosa. È crollata la consistenza della politica e devo dire che con una certa politica è crollata anche quella degli uomini che la rappresentano. È aumentata la circolazione delle bugie che nel tempo sarà uno dei grandi problemi dell’umanità. La storia sarà interamente intessuta di bugie».
Presidente, ma è cambiato davvero tanto il modo di fare politica, di fare campagna elettorale, di chiedere il consenso? In peggio o in meglio?
«Certo che è cambiato. La campagna elettorale si fa prevalentemente sui social. Per Occhiuto è stata la continuazione di una campagna elettorale permanente perché l’ha fatta in questi quattro anni da presidente. I social costituiscono un mondo a sé, ormai largamente maggioritario dove si coglie “una vita ridotta in frammenti”, carica di emotività, di rancore, dove le persone tendono ad apparire quello che non sono. Un mondo a parte dove, come accennavo prima, le bugie la fanno da padrone. Le faccio un esempio. Il Washington Post, quando Trump era in procinto di finire il suo primo mandato, ha offerto ai suoi lettori una notizia sconcertante. Ha scritto testualmente: “il presidente americano in carica in un anno e tre mesi ha pronunciato sui social 3001 bugie”. La notizia non fu contraddetta da Trump quindi bisogna desumere che fosse vera».
Lei ha avuto un notevole consenso elettorale per l’elezione alla presidenza della regione. Fra l’altro su una base molto alta di elettori. Vogliamo ricordarlo?
«Ho avuto esattamente 663.986 pari al 58,95 per cento. Il mio avversario, che era il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, ha totalizzato 447.243 voti con una percentuale del 39,71 per cento, ma quello che è straordinario è il numero degli elettori: 1.126350, un’affluenza del 64,39 per cento in leggero aumento rispetto a cinque anni prima. Le persone partecipavano, avevano passione, speranza. Le cose che siamo riusciti a realizzare, insieme ad una giunta di qualità, le abbiamo realizzate tra tante difficoltà ma anche forti di questo vento che spirava alle nostre spalle. Sono infatti convinto che la politica di qualità deve lasciare, visibili sotto gli occhi di tutti, cose, opere che prima non c’erano».
Come si spiega il crollo verticale dei votanti, guardando dalle prime elezioni regionali fino ad oggi è una caduta senza fine.
«La risposta è complessa ed il fenomeno non è solo calabrese anche se qui da noi sono molti corregionali che hanno lasciato il proprio territorio negli ultimi anni e non vi ritornano per nessuna cosa al mondo. Ma il problema centrale consiste nel fatto che da noi alligna un’enorme sfiducia. Le persone non si riescono a curarsi anche se il diritto alla salute è definito all’articolo 32 della nostra Costituzione “fondamentale”. Per curarci spendiamo fuori regione cifre altissime. Ma questo tipo di operazioni lo possono fare quei nuclei familiari che dispongono di risorse economiche sufficienti, gli altri nuclei o s’indebitano o rinunciano a curarsi. La maggioranza dei calabresi appartiene a questa ultima sfortunata categoria. La nostra sanità, dicono le statistiche, è diventata la peggiore dell’intera Europa. Basta aprire un giornale, non solo calabrese, per apprendere storie disperate di nostri corregionali costretti a lunghissime liste d’attesa pur in presenza di problemi sanitari gravissimi. Ancora un calabrese su due è povero. Occhiuto, al quale vanno i miei complimenti per la vittoria ma anche per l’uso forsennato dei social e soprattutto per avere puntualmente schivato tutte le angustie che attanagliano la regione. Molti problemi, se li troverà davanti nei prossimii 5 anni. E forse ci sarà bisogno di una maggiore attenzione da parte di tanti politici, a cominciare dal sottoscritto, rimasti silenziosi in questi 4 anni».
Presidente, la politica si fa sempre più cattiva. L’ultima campagna elettorale, quella appena conclusasi, non una bella immagine del confronto politico. A volte è sembrata cattiva, velenosa. Ma dove andremo di questo passo?
«È vero anche se bisogna considerare che nella fase terminale di una campagna elettorale, un po’ di veleno, si registra sempre. E poi voglio aggiungere che Tridico, il quale in 40 giorni non poteva fare di più di quello che ha fatto, questo veleno non l’ha usato. Eppure lo scenario si prestava».
I grandi temi sono rimasti quasi fuori dalla campagna elettorale. Solo annunciati. Pensiamo allo spopolamento la Calabria si svuota ma quasi nessuno sempre a preoccuparsi più di tanto.
«Occhiuto non ha mai risposto a questo tema disperato dello spopolamento che Tridico gli poneva. Ha semplicemente glissato l’argomento eppure, come lei ricorda, questo sarà uno dei problemi che la Calabria si troverà davanti e che si aggiungerà a quello della sanità e del lavoro per menzionare solo quelli più acuti. Le aree interne del nostro territorio si vanno spopolando giorno dopo giorno. Pensi che il nostro Vito Teti, un antropologo di qualità, ha scritto di recente che molti paesi calabresi delle aree interne, nel termine di 5 anni – ha detto 5 anni non 20 – spariranno non ci saranno più. Un fatto per molti motivi straziante di cui la politica che ci governa non fa caso».