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16/11/2025 ore 12.02
Attualità

Dalla Calabria all’Africa per portare assistenza dove non c’è: la storia di Kabore, colpito da un fulmine e salvato

L’uomo, nella sfortuna di essere stato ferito in una regione in cui i temporali sono veramente occasionali, ha avuto la fortuna di poter ricevere un vero aiuto dopo mesi di automedicazioni che gli hanno fatto correre forti rischi

di Davide Zicchinella*

Iniziamo una serie relativa alla missione del dottore Davide Zicchinella, sindaco di Simeri, pediatra, che si trova nel paese africano per il quarto anno consecutivo allo scopo di dare una mano alla popolazione e curare i bambini

È iniziata sul campo la mia quarta missione umanitaria (consecutiva) in Burkina Faso, nell'Africa Occidentale. In questi anni da medico pediatra ho diretto i progetti di assistenza sanitaria e visitato qualche migliaio di bambini. Non sono mancate (più volte a dire il vero) visite rivolte alla popolazione adulta ed anziana. In un Paese in cui l'assistenza sanitaria è a totale carico dei cittadini (di tutti anche dei poverissimi) vedere una équipe sanitaria nel proprio villaggio produce una forte domanda indotta da una inedita offerta.

Ieri dopo tre ore di pullman, tra strade impossibili (da oltre il terzo mondo) abbiamo raggiunto il villaggio di Konkistenga, nel centro-nord del Burkina Faso. Qui, nel mio fantastico "ambulatorio" sotto le fronde degli alberi (che ho già avuto modo di descrivere negli anni) ho visitato, fra i tantissimi altri, Kabore Moussa, un mio quasi coetaneo, colpito nei mesi scorsi dal riverbero elettrico di un fulmine (caduto al suolo non lontano da lui) alla gamba sinistra, che dal ginocchio in giù ha subito, come comprensibile, una grave ustione, solo parzialmente guarita.

Moussa vive in una regione molto arida, geograficamente abbastanza vicina al Sahel, in cui piove veramente pochi giorni all'anno. Ma nella sfortuna di essere stato colpito da un fulmine dove i temporali sono veramente occasionali, ieri ha avuto la fortuna di poter ricevere una vera assistenza sanitaria, con fornitura di farmaci e presidi sanitari, dopo mesi di automedicazioni di fortuna che gli hanno fatto correre, suo malgrado, il forte rischio di perdere l'arto se non addirittura la stessa vita.

Queste sono le storie che valgono tutti i sacrifici che tutti noi missionari facciamo per arrivare qui dove c'è tanto bisogno di salute (e di tutto il resto), che ci ripagano, ci riempiono di gioia e ci spingono forte ad andare, malgrado tutto, cocciutamente avanti.

*Medico pediatra e sindaco di Simeri Crichi