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23/08/2025 ore 20.06
Attualità

Nata in mare a Caulonia e ora pronta a crescere e splendere: il dono della vita è sempre un atto di coraggio

Invece di giudicare, chiediamoci se conosciamo le condizioni di fragilità e di vulnerabilità che ci circondano e sei siamo una società pronta a garantire supporto, servizi e presenza accanto alle donne 

di Anna Foti

Una bambina di sei anni proveniente della Guinea raggiunge la costa di Lampedusa dopo cinque giorni di stenti in balia delle onde. Una traversata alla quale non sopravvivrà.

Sulla riva di Caulonia, nel reggino, un miracolo si compie quando una giovane madre mette al mondo una bimba decidendo di non partorire in ospedale e di non tenere con sé la piccola.

Accade tutto la notte del 7 agosto. Un gruppo di giovanissimi sono testimoni, e con la madre artefici di quel miracolo. Si accorgono che la giovane, entrata in acqua silenziosamente nonostante fosse in pieno travaglio, ha poco dopo una piccola tra le braccia. Sono loro a chiamare i soccorsi per garantire alla madre alla piccola, appena venuta al mondo, le cure necessarie.

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Entrambe accudite e in buona salute ma le loro strade si sono subito divise. La madre ha deciso di uscire dall’ospedale senza la piccola che, invece, avrà in futuro una famiglia adottiva.

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Radicale la decisione della giovane madre di non essere anche mamma della piccola che ha tenuto in grembo e che ha messo al mondo. Una condizione di solitudine e disagio quella in cui è avvenuto il parto. Un disagio che nulla toglie al valore assoluto del gesto di avere dato la vita, comunque. Un valore assoluto che, proprio nella consapevolezza di non volere tenere con sè la piccola, ove possibile si rafforza. È coraggioso, a prescindere, l’atto di dare la vita. Un dono è prezioso. Sempre.

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