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26/02/2025 ore 18.04
Attualità

Naufragio Cutro, Maysoon Majidi: «Se i 94 migranti avessero raggiunto la riva, chi sarebbe stato il capro espiatorio?»

A due anni dalla tragedia, il commento dell’attivista curdo-iraniana, assolta con formula piena dall’accusa di essere una scafista dopo oltre 10 mesi di carcere

di Anna Foti

«Se quelle 94 persone annegate fossero arrivate vive a riva, chi sarebbe stato considerato il capro espiatorio e portato in prigione? Parliamo con sincerità». Con una provocazione, che deve interrogarci, l’attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi, assolta con formula piena nelle scorse settimane dall’accusa di essere una scafista dopo essere stata reclusa in carcere per oltre 10 mesi, ricorda oggi le vittime del naufragio di Cutro a due anni dalla tragedia.

Maysoon assolta: «Non ho mai perso la speranza, adesso sono ancora più determinata a dare voce a chi subisce ingiustizie»

«Secondo l’articolo 12 del decreto Cutro, qualsiasi aiuto ai rifugiati è considerato un crimine. Non è giusto. Anche io sono stata accusata ingiustamente di distribuire acqua e cibo sulla nave», ha sottolineato Maysoon Majidi.

Lo aveva annunciato al momento del suo rilascio e lo ha confermato quando è stata assolta che avrebbe intrapreso una battaglia per i diritti negati a chi, come lei, si è ritrovata in carcere da innocente, dopo essere fuggita per salvarsi quella vita che poi ha rischiato di perdere in mare. Maysoon, infatti, è anche accanto alla giovane iraniana Marjan Jamali, fuggita da un contesto familiare e sociale di violenza, sbarcata a Roccella nell’ottobre 2023 con un figlio di otto anni, arrestata e poi posta ai domiciliari, ancora sotto processo a Locri con l’accusa di essere una scafista.

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