No della Corte dei Conti al Ponte, il Governo: «Motivazioni al vaglio, andiamo avanti». Bonelli: «Scandalo coi soldi degli italiani»
Palazzo Chigi fa sapere di essere al lavoro per «verificare gli aspetti dubbi», l’ad della Stretto di Messina Ciucci si dice fiducioso. Opposizioni sul piede di guerra per la violazione delle direttive su ambiente e appalti, il Wwf: «Confermati i nostri allarmi»
«Le motivazioni della deliberazione della Corte dei conti sul Ponte sullo Stretto saranno oggetto di attento approfondimento da parte del governo, in particolare delle amministrazioni coinvolte, che da subito sono state impegnate a verificare gli aspetti ancora dubbi». Così una nota diffusa da Palazzo Chigi dopo che sono state rese note le motivazioni principali della bocciatura del Ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti.
Viola l’habitat naturale e manca il parere sul piano tariffario: ecco perché la Corte dei Conti ha bocciato il Ponte sullo Stretto«Il governo – prosegue la nota – è convinto che si tratti di profili con un ampio margine di chiarimento davanti alla stessa Corte, in un confronto che intende essere costruttivo e teso a garantire all'Italia un'infrastruttura strategica attesa da decenni». Sulla stessa scia il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che in una nota ha fatto sapere di essere già al lavoro per superare tutti i rilievi mossi dalla magistratura contabile. Quest’ultima, in particolare, contesta la violazione dell'habitat naturale, modifiche contrattuali e mancato parere dell'Autorità regolazione dei trasporti sul piano tariffario.
Ciucci (Stretto di Messina): «Fiduciosi»
Lo stesso amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha spiegato che le motivazioni della Corte dei Conti sono in queste ore all’esame del suo team: «Siamo fiduciosi di poter individuare le opportune iniziative conseguenti alle motivazioni della Corte dei conti, anche sulla scorta dell’impegno profuso per riavviare la realizzazione del ponte secondo le modalità previste dalla legge speciale approvata dal Parlamento che ha altresì definito l’opera strategica e di preminente interesse nazionale. È in ogni caso necessario conoscere anche le motivazioni della Corte alla correlata ricusazione del visto al Decreto interministeriale (MIT – MEF) n. 190/2025 di approvazione del III Atto aggiuntivo alla Convenzione fra il MIT e Stretto di Messina, che è previsto che siano comunicate entro i 30 giorni successivi alla delibera del 17 novembre scorso».
Bonelli invia esposto alla Corte dei Conti Ue
Durissimo Angelo Bonelli, parlamentare Avs e co-portavoce Europa verde. «Le motivazioni con cui la Corte dei Conti ha ricusato la delibera del Cipess sul Ponte sullo Stretto evidenziano la totale illegittimità della procedura seguita per approvare il progetto. Ci troviamo di fronte a uno scandalo compiuto ai danni dei soldi degli italiani: 14 miliardi di euro che potevano essere destinati alle vere priorità del Paese. La responsabilità politica e istituzionale è del ministro Salvini e dell'amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, che devono dimettersi immediatamente. Sono state violate le leggi della Repubblica italiana e quelle europee in materia ambientale e di concorrenza; non esiste un piano economico-finanziario che dimostri la reale sostenibilità dell'opera. Per questo ho inviato un esposto alla Corte dei Conti europea: Salvini e il Cda della Stretto di Messina dovranno spiegare l'utilizzo dei finanziamenti del Fondo di Sviluppo e Coesione e dei fondi europei del Cinea. Hanno ingannato gli italiani e, se non ci fossimo stati noi con i nostri esposti a denunciare irregolarità e forzature, oggi avremmo vissuto un altro scenario. Questa è una vittoria della democrazia e dei cittadini».
Wwf: «Corte dei Conti conferma nostri dubbi»
«Le motivazioni della Corte dei conti sulla bocciatura del Ponte confermano quanto affermato da sempre dal Wwf Italia. La procedura seguita ostinatamente dal Governo ha violato le normative in materia di tutela ambientale e di appalti, oltre ad altre normative. Spiace dover essere arrivati alla pronuncia della Corte per vedere affermato quello che era sotto gli occhi di tutti e che organi ministeriali importanti che hanno esaminato l'iter del progetto non hanno incredibilmente colto». Lo afferma il Wwf Italia in una nota.
«Ora il Governo ha di che riflettere. Noi, insieme a tutto il movimento che si oppone al Ponte e che chiede di impiegare 13,5 miliardi di euro per opere pubbliche di cui Sicilia e Calabria hanno fortemente bisogno, ci ritroveremo domani a Messina per un convegno sull'insostenibilità dell'opera e sabato per il grande corteo No Ponte».
Pd: «Ora si voti emendamento di Irto per restituire soldi a Calabria e Sicilia»
Sulla vicenda è intervenuto anche il Pd, con le parole del senatore Antonio Nicita – vice presidente del gruppo dem a Palazzo Madama. «La Corte dei Conti ha avanzato rilievi molto seri e difficilmente superabili nell'attuale iter amministrativo del Ponte di Salvini. Da almeno due anni avevano avvertito che la fretta era figlia della propaganda e che molti necessari passi non erano stati compiuti nelle modalità previste dalle normative rilevanti. Ma intanto oltre 5 miliardi dei fondi europei FSC sono stati sottratti alle Regioni. Ora la maggioranza voti l'emendamento PD a firma Nicita-Irto per restituire questi fondi alla Sicilia e alla Calabria per opere pubbliche necessarie. Quando e se il Governo risolverà le questioni sollevate dalla Corte potrà trovare altre risorse. Ora si pensi agli italiani».