«Non sei solo»: Mario, disabile e dimenticato, ritrova speranza grazie all’incontro con la Garante della Salute
Due settimane fa, attraverso il nostro network, l’uomo che risiede nella riviera dei Cedri aveva chiesto aiuto alla dottoressa Anna Maria Stanganelli, che ora si occuperà del caso. L’incontro è avvenuto ieri pomeriggio nel piccolo appartamento in cui vive isolato dal mondo
«Che fine ha fatto? C'è qualcuno che lo sta aiutando?». Finalmente possiamo rispondere alle domande allarmate dei nostri lettori, che un paio di settimane fa si erano imbattuti nella drammatica storia di Mario, un uomo disabile, gravemente malato e sopraffatto dalla solitudine, residente nella Riviera dei Cedri. Come richiesto attraverso il nostro network, Mario ha incontrato la Garante della Salute, Anna Maria Stanganelli, la quale ha garantito di volersi occupare del caso. «Farò il possibile - gli ha detto, mentre teneva strette le sue mani - affinché tu ti senta meno solo».
Per Mario, dunque, si è riaccesa la speranza. L'incontro è avvenuto ieri pomeriggio nell'appartamento di un piccolo paesino del Tirreno cosentino in cui l'uomo vive, isolato dal mondo. «Non me lo aspettavo – ci dice, con voce rotta dall’emozione -. Dopo tanta sofferenza, oggi ho avuto finalmente la gioia di incontrare una persona capace sensibile. Ha davvero mantenuto la promessa».
Una storia drammatica
Anna Maria Stanganelli era rimasta particolarmente colpita dalla sua storia, un vissuto drammatico, costellato di assenze e di dolori, ma anche di patologie che l’hanno reso disabile e gravemente malato. Mario, nome fittizio utilizzato per tutelare la sua identità, è un uomo di mezza età che vive nell’isolamento sociale per via dei problemi di salute che lo affliggono da tempo immemore: depressione, obesità, neuropatia e retinopatia diabetica, grave insufficienza renale e problemi intestinali. Oltretutto, da un anno e mezzo, è immobilizzato dal lato sinistro del corpo, dopo un’operazione resasi necessaria a seguito di una rovinosa caduta in strada.
A rendere il tutto ancora più insopportabile, è la solitudine a cui è costretto, giorno e notte. Orfano di genitori già in tenera età, non si è mai sposato e non ha mai avuto figli. Oggi vive con poco più di 600 euro al mese – è in attesa di conoscere l’esito della domanda per l’indennità di accompagnamento – e andare avanti è ogni giorno più difficile. Per lui non ci sono impegni, né svaghi di alcun genere. Per le persone come lui, la società non li prevede, a meno che non si metta mani al portafogli.
La difficile situazione sociale
Gli uffici Asp del suo territorio di competenza, a cui si è rivolto più volte, hanno attivato tutti gli aiuti possibili. «Mi hanno inviato un Oss, un fisioterapista e cardiologo a domicilio, oltre che un infermiere che mi ha curato una ferita aperta per otto lunghissimi mesi». Ma non basta. Non basta nemmeno l’aiuto che può garantirgli il Comune di residenza: un’ora a settimana di pulizie domestiche.
La sua emergenza, più che sanitaria, è sociale. «Bisogna sentirsi vivi, bisogna sentirsi amati. Ho necessità di non sentirmi escluso».
Per i malati nelle sue condizioni l’assistenza dovrebbe essere garantita 24 ore al giorno. Mario cammina a stento, e solo in casa sua, ha difficoltà ad alzarsi dal letto e persino a cucinarsi un piatto caldo. Ogni qualvolta deve sottoporsi a un controllo medico, deve chiedere un favore a qualche anima pia, e così succede anche quando deve fare la spesa, quando deve acquistare i farmaci o quando deve recarsi dal medico di base. Rimane solo per gran parte della giornata, a non fare nulla, favorendo la comparsa di profondi stati d’ansia. La sua paura più grande è che muoia e nessuno se ne accorga. All’unica persona che si offre di aiutarlo, un paio d’ore al giorno, raccomanda di entrare in casa già preparata all’ipotesi di poterlo trovare cadavere.
Una luce in fondo al tunnel
La dottoressa Stanganelli ascolta rapita la storia della sua vita per più di due ore e, di tanto in tanto, prova a rassicurarlo, gli sorride. «Non sei solo», gli ripete. «Domani stesso, segnalerò a tutte le istituzioni e le autorità competenti, oltre che al mondo dell'associazionismo operante nel territorio, tutte le problematiche esposte da Mario e chiederò che ci si attivi, ciascuno per le proprie competenze, perché si possa creare insieme un piano che su scala settimanale che possa accompagnare Mario nel corso della sua vita e delle sue quotidiane attività - assicura la Garante -. Quest'uomo ha bisogno di avere tanto in termini di affetto e di vicinanza. Deve ripartire da un prato verde fiorito, in cui lui è il fiore più bello. Ringrazio il network LaC per avere posto alla mia attenzione la sua storia».
Il regalo di una lettrice
Quella di ieri, per Mario, è stata davvero una giornata speciale e la visita della Garante della Salute non è stata l’unica sorpresa gradita. Una nostra lettrice, dopo aver letto il suo racconto, gli ha fatto recapitare due ausili sanitari di cui aveva necessità per riprendere a camminare in sicurezza: un bastone tripode e un carrello deambulatore dotato di freni. A Mario brillano gli occhi per l’emozione, perché non vede l’ora di uscire dalla sua prigione dorata e tornare a respirare il profumo della vita. A piccoli passi, centimetro dopo centimetro. «Ce la farò – dice sicuro di sé, con un sorriso contagioso finalmente stampato in volto -, tornerò a fare lunghe passeggiate». E noi ci saremo anche quel giorno, per testimoniare che rinascere si può, sempre, anche dopo aver toccato il fondo.