Patrimonio nel caos, la Regione Calabria naviga a vista tra cartelle (da 2 milioni) mai riscosse e maxi sconti all’Arsac
La Corte dei Conti segnala criticità tra immobili non inventariati e beni mobili incerti. Nonostante nuove piattaforme e regolamenti, l’ente mostra gravi lacune nella gestione
Alti e bassi (soprattutto bassi) per la sanità, i soliti ritardi nella spesa dei fondi europei, la preoccupazione per il Pnrr e la gestione del patrimonio della Regione al solito nel caos. Nella relazione della Corte di Conti sulla parifica i guai atavici dell’amministrazione regionale si ripropongono implacabili. E la relazione della referendaria Emanuela Friederike Daubler evidenzia come, anche per l’esercizio 2024, la gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare della Regione Calabria mostri persistenti carenze strutturali. Nonostante le misure adottate per migliorare l’inventariazione e la valorizzazione delle risorse regionali, molti dei rilievi dei precedenti giudizi di parifica non risultano risolti.
Calabria, il Pnrr preoccupa: spesa al 13% e grandi opere ferme a meno di un anno dalla scadenzaSolo due immobili inventariati nel 2024
Sul piano immobiliare, molte unità regionali non sono adeguatamente catalogate: persistono procedure di trasferimento non perfezionate, difficoltà nel reperimento dei titoli di proprietà e situazioni di espropri non completati. Solo due nuovi immobili sono stati inventariati nel 2024: uno a Montepaone per un centro antiviolenza regionale e l’altro, “ex Comalca”, a Catanzaro, destinato a sede della Protezione Civile e magazzino mezzi.
Sulle manutenzioni, emerge un caso emblematico: l’ex oleificio Eranova di Gioia Tauro, destinato a centro di residenza per lavoratori stagionali, non ha visto alcun lavoro a causa di pregiudiziali tecniche, incompatibilità urbanistica e problemi del bilancio comunale. Il finanziamento previsto di 10 milioni di euro rischia di essere revocato.
Gravi lacune nell’inventariazione dei beni mobili
Le criticità emergono anche per i beni mobili e le attrezzature. Nonostante l’adozione di un nuovo regolamento e di una piattaforma informatizzata, la ricognizione resta parziale e poco affidabile: beni senza ubicazione nota, veicoli sottoposti a fermo amministrativo, mezzi dismessi o intestati genericamente alla Regione. La documentazione evidenzia che, in molti casi, non è possibile verificare l’esistenza reale dei cespiti, con un rischio significativo per la trasparenza e la gestione economico-patrimoniale.
In Calabria (solita) sanità in chiaroscuro: - 307 milioni per i viaggi della speranza, Azienda Zero in ritardo ma migliorano i LeaDebolezza nella riscossione e nelle concessioni
La relazione segnala criticità nella gestione dei crediti e delle concessioni. Tra i dati più eclatanti ci sono una cartella esattoriale di oltre 2,3 milioni di euro del Comune di Reggio Calabria mai riscossa e il caso di un credito di Calabria Verde nei confronti di Arsac pari a 14,2 milioni di euro, ridotto a soli 3 milioni in sede di accordo transattivo. Una “cortesia” tra enti strumentali della Regione.
La magistratura contabile segnala anche la situazione dei Consorzi di bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, con criticità finanziarie che si riflettono sulla contabilizzazione economico-patrimoniale.
Il ritardo strutturale nell’inventariazione
Nonostante l’avvio di nuove piattaforme contabili e regolamenti, la Regione Calabria mostra un ritardo strutturale nell’inventariazione e nella valorizzazione del patrimonio, con gravi rischi di inefficienza, mancata trasparenza e perdite economiche. Le iniziative avviate necessitano di una fase di attuazione più rigorosa e completa, per superare criticità che permangono da anni. Solito patrimonio nel caos.