Primo soccorso pediatrico, a Scalea un corso di formazione con Fiore Torchia
Il medico, anestesista e rianimatore all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, ha spiegato ai presenti come comportarsi in caso di pericolo. Il corso di formazione, durato oltre due ore, fornisce nozioni fondamentali per salvare la vita anche ai neonati
di Francesca Lagatta
Al Punto Luce “Save the Children” di Scalea, gestito dall’associazione Gianfrancesco Serio, il progetto B.I.G.A. va avanti senza sosta con l’organizzazione di incontri di pubblica utilità, rivolti sia ai bimbi che ai loro genitori. Ieri pomeriggio è stata la volta di un corso di formazione di primo soccorso pediatrico di bambini di età compresa tra zero e sei anni, tenuto dal dottor Fiore Torchia, anestesista e rianimatore all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Per oltre due ore, il medico ha spiegato e illustrato le manovre di disostruzione e di rianimazione da effettuare in tutta sicurezza.
Le manovre salvavita
«Innanzitutto – ha detto il medico Torchia ai nostri microfoni -, bisogna rendersi conto se il bambino ha realmente le vie aeree ostruite oppure è soltanto un’impressione. Dopodiché, bisogna esaminare la cavità orale. Se effettivamente è presente qualcosa, bisogna provare ad uncinare con un dito l'oggetto presente nella bocca e provare ad estrarlo. Se invece l'oggetto è stato inalato quindi è finito nelle vie respiratorie, ovvero trachea, bronchi e polmoni, bisogna invece fare le manovre di disostruzione, ovvero i famosi cinque colpi interscapolari nel lattante e le compressioni toraciche per far sì che possa essere espulso il corpo estraneo inalato e iniziare eventualmente le manovre di rianimatorie con una ventilazione artificiale».
Niente panico
Una delle cose da non fare in caso di pericolo, invece, è lasciarsi sopraffare dalla paura. «Non lo dico io – sottolinea Torchia - ma lo dicono le linee guida e lo dice anche la pratica. Nella quotidianità, se si vuole e si deve dare aiuto sia a un bambino che a un adulto in difficoltà, non bisogna farsi prendere dal panico, ma bisogna essere razionali e pensare in maniera corretta. Se si conosce la metodica - conclude -, bisogna metterla in atto con la rianimazione cardiopolmonare e le manovre del BLS, ovvero il Basic Life Support».