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28/11/2025 ore 18.55
Attualità

Prove di Medicina, il rettore dell’università di Catanzaro: «Accuse anonime non scalfiscono l’Ateneo»

Il Rettore dell’ateneo catanzarese sottolinea il rigore dei controlli e la professionalità dei docenti. La controreplica: «Nessuna insinuazione sull’integrità della Magna Graecia»

di Paolo Mazza

In merito all’articolo relativo allo svolgimento delle prove di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria, riceviamo e pubblichiamo la precisazione del Rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanni Cuda.

La precisazione del Rettore Cuda

«Gentile Direttore,

ho letto con attenzione l’articolo pubblicato sulla Vostra testata relativo allo svolgimento delle prove di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e, nel pieno rispetto del diritto di cronaca, ritengo doveroso fornire alcune precisazioni a tutela dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e di quanti, con professionalità e senso del dovere, hanno contribuito al regolare svolgimento delle prove.

In queste ore ho ricevuto numerose note da parte dei colleghi impegnati nella sorveglianza degli studenti, docenti che da anni garantiscono con serietà, rigore e spirito di servizio la gestione delle procedure concorsuali. Tutti manifestano profondo rammarico per le dichiarazioni e le insinuazioni contenute nell’articolo, che finiscono per mettere in discussione l’integrità del loro lavoro e la correttezza dell’intero Ateneo.

Il nostro impegno – tanto nel nuovo sistema del semestre filtro quanto nei decenni di prove d’ingresso che lo hanno preceduto – non è in discussione.
Chi, come noi, è sempre presente nelle aule durante i test, sa quanto siano rigorosi i controlli adottati e quanto sia elevato il livello di attenzione nella verifica del rispetto delle procedure ministeriali.

È bene ricordare che qualsiasi irregolarità accertata viene immediatamente riportata a verbale e segnalata secondo quanto previsto dalle norme. La mia Istituzione è, come sempre, pienamente disponibile a collaborare con le autorità competenti e a segnalare prontamente eventuali anomalie comprovate.

Diverso è il terreno delle delazioni anonime, delle ricostruzioni non verificate e dei racconti amplificati dai social network: elementi che, in assenza di evidenze concrete e inattaccabili, non possono sostituire il lavoro serio e documentato di chi è chiamato a garantire la regolarità delle prove.

Mi permetto, infine, una considerazione. Nell’articolo viene menzionata l’Università della Calabria come modello di eccellenza, rigore e qualità.
Mi fa piacere che esista un Ateneo calabrese percepito in questi termini, ma – è doveroso dirlo – gli stessi “gossip studenteschi” che circolano a livello nazionale suggeriscono che anche lì sarebbero circolate foto analoghe a quelle attribuite alla fantomatica “studentessa anonima”. Sono, appunto, gossip, e come tali debbono essere trattati: con prudenza, equilibrio e verifica dei fatti.

Riponiamo piena fiducia nel lavoro dei nostri docenti e del personale coinvolto, e continueremo a svolgere le prove di ammissione con la massima trasparenza e il massimo rigore, come facciamo da oltre quarant’anni formando migliaia di medici e odontoiatri che oggi operano con successo in Italia e all’estero.

Chiedo pertanto che questa mia replica venga pubblicata con pari evidenza, nel rispetto della completezza dell’informazione».

La controreplica del giornalista Paolo Mazza

Ringrazio sinceramente il Rettore dell'Università della Magna Graecia Giovanni Cuda per la puntualizzazione, che rappresenta un contributo utile e prezioso per garantire al pubblico un’informazione quanto più accurata, equilibrata e rispettosa possibile.

Ci tengo a chiarire, con la massima trasparenza, che la mia intenzione non era quella di insinuare scarsi controlli, mancanza di rigore o un qualsivoglia deficit di serietà all’Università Magna Graecia di Catanzaro. L’articolo nasce esclusivamente dall’esigenza di dare voce a testimonianze raccolte a livello locale, nell’ambito di un approfondimento giornalistico su un problema emerso inizialmente su scala nazionale, senza alcun intento diffamatorio nei confronti dei docenti e del personale dell’Umg.