Prove di Medicina tra irregolarità e caos ma non all’Unical: «Qui controlli su tutto, anche sui fazzoletti»
Le chat corrono sui gruppi social, una segnalazione dalla Magna Graecia: «Sono entrati alcuni telefoni». Mentre in tutta Italia si evidenziano presunti brogli e disorganizzazione, le testimonianze dall’Università della Calabria riportano controlli rigorosi
Il 20 novembre si è svolto in tutta Italia il primo appello delle prove di accesso a Medicina previste dal cosiddetto semestre filtro. Secondo le stime, l’87% di chi ha seguito le lezioni – in presenza oppure online – si è poi effettivamente iscritto all’esame che prevede domande sugli insegnamenti di Chimica, Fisica e Biologia.
Tuttavia, fin dalle ore immediatamente successive alle tre prove – svolte a distanza di soli 15 minuti l’una dall’altra – sui social hanno iniziato a circolare immagini, audio e testimonianze che denunciano presunte irregolarità.
Alcuni screenshot, inviati da una studentessa dell’Unical che preferisce rimanere anonima e tratti da un gruppo WhatsApp frequentato da studenti di tutta Italia, riportano testimonianze e segnalazioni provenienti da diverse città. A Brescia qualcuno avrebbe segnalato anomalie senza ricevere alcun intervento, a Roma si parlerebbe addirittura di risposte giunte in anticipo, mentre a Palermo un telefono sarebbe squillato in aula senza che la prova venisse annullata, nonostante il divieto assoluto di introdurre cellulari. E questi sarebbero solo alcuni degli episodi discussi online.
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Situazioni sospette sarebbero state registrate – stando alle testimonianze raccolte – anche all’Università Magna Graecia di Catanzaro, dove alcuni studenti hanno riferito della presenza di più telefoni durante lo svolgimento del test. Ne emerge il ritratto di una giornata caotica, caratterizzata da controlli disomogenei, oltre che da difficoltà organizzative e contenuti didattici che molti giudicano inadeguati.
Di fronte a questo scenario, l’Unione degli Universitari ha annunciato un ricorso collettivo per chiedere l’ingresso in sovrannumero di tutti i partecipanti nella loro prima scelta. «Il numero chiuso va abolito, non reinventato peggio», affermano.
Dalle istituzioni, però, arriva un segnale diverso. La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, si è detta soddisfatta della tenuta complessiva del sistema: «È andato bene, la macchina ha retto. Cinquantacinquemila studentesse e studenti hanno sostenuto il loro esame e il 3 dicembre avranno i risultati. Se qualcuno ha tentato di introdurre telefonini o di falsare gli esiti pubblicando i compiti online, risaliremo ai responsabili e annulleremo le loro prove».
Medicina: il semestre filtro ha fallito ma il numero programmato deve rimanereUnical tra le poche mosche bianche: «Qui controlli serratissimi»
Se in molte città si parla di irregolarità, all’Università della Calabria la situazione appare differente. La studentessa dell’Unical che ha partecipato alle prove nell’ateneo cosentino racconta: «Nella mia aula non c’è stata alcuna irregolarità. I controllori erano attentissimi: ci accompagnavano perfino in bagno e controllavano persino i pacchi dei fazzoletti. Anche nelle altre aule – evidenzia – i controlli sono stati serrati, me lo hanno assicurato. Sono rimasta sollevata e spero che il Ministero punisca chi ha provato a imbrogliare negli altri atenei».
La sua critica riguarda invece il meccanismo del semestre filtro: «Era più giusto mantenere il numero chiuso tradizionale, magari eliminando le domande di matematica e logica. Con tre prove separate, inoltre, non puoi sommare i punteggi: devi superarle tutte singolarmente».
In un quadro nazionale segnato da polemiche, dubbi e irregolarità, l’esperienza dell’Unical emerge – secondo la voce di chi la vive – come un esempio positivo confermandosi un’eccellenza che opera con serietà e responsabilità, distinguendosi anche mentre nel resto d’Italia imperversa la tempesta. Una realtà solida e attenta, pronta a formare con rigore i medici del futuro.