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18/11/2025 ore 06.30
Attualità

Lavoro, reddito e ricchezza i parametri che spingono giù la Calabria nella classifica sulla qualità della vita

In un quadro generale critico, non mancano le sorprese positive: miglioramenti in campo demografico e nel settore della salute: servono politiche mirate per sconfiggere le fragilità e sfruttare le opportunità

di Redazione Attualità

La Calabria resta nelle retrovie della classifica nazionale sulla qualità della vita. Secondo l’ultima indagine di ItaliaOggi, realizzata con l’Università Sapienza, tutte e cinque le province della regione si collocano nella fascia “insufficiente”, confermando criticità storiche e persistenti. Tuttavia, alcuni dati evidenziano risultati incoraggianti, dimostrando che la Calabria non è solo ritardo e fragilità, ma possiede anche risorse e potenzialità ancora poco sfruttate.

A guidare la classifica regionale è Catanzaro, con 204 punti su 1.000, al 92° posto nazionale, anche se in lieve calo rispetto all’anno precedente. Cosenza segue a breve distanza, con 180 punti, e un deciso balzo di dieci posizioni che la porta al 94° posto. Più indietro Vibo Valentia (97°), Reggio Calabria (105°) e Crotone, ultima con soli 60 punti, segno della distanza ancora significativa rispetto alla media nazionale. Il quadro generale mette in evidenza quanto le differenze interne alla regione siano marcate e quanto il percorso verso una qualità della vita più alta resti lungo e complesso.

Analizzando i diversi ambiti della vita quotidiana, emergono debolezze diffuse. L’ambiente rappresenta un’area di relativo vantaggio per Cosenza, la provincia più “verde” della Calabria, seguita da Catanzaro, mentre le altre province arrancano. L’istruzione conferma i ritardi storici: Cosenza resta la migliore con 270 punti, Catanzaro segue a 260, mentre Vibo è più indietro e Crotone risulta priva di dati affidabili, segnalando problemi anche nella raccolta delle informazioni. Il lavoro è il settore più critico: solo Crotone e Reggio Calabria registrano qualche miglioramento, mentre Catanzaro e Vibo rimangono indietro e Cosenza tocca i livelli più bassi. In termini di reddito e ricchezza, la Calabria conferma le difficoltà economiche: Catanzaro resta la provincia relativamente meno penalizzata, mentre le altre, in particolare Cosenza e Reggio Calabria, chiudono la classifica nazionale.

Milano prima per qualità della vita, Calabria fanalino di coda: Reggio e Crotone in fondo alla classifica

Nonostante questo scenario complessivo, non mancano le sorprese positive. Nel settore della salute, Catanzaro conquista un inatteso secondo posto a livello nazionale grazie a un significativo miglioramento rispetto al 2024, dimostrando che investimenti mirati e gestione efficiente possono fare la differenza. Crotone migliora, raggiungendo il 34° posto nazionale, mentre Vibo, Reggio e Cosenza restano più indietro ma mostrano segnali di recupero.

Nel campo demografico, Vibo Valentia registra un balzo di 27 posizioni e raggiunge il 27° posto, un segnale di vitalità nella gestione della popolazione e dei servizi legati alla comunità. Crotone e Reggio Calabria fanno registrare anch’esse progressi, mentre Catanzaro e Cosenza mantengono posizioni più stabili. Il turismo e la cultura rappresentano un altro ambito in cui la Calabria mostra potenzialità concrete: Crotone si posiziona come la provincia più competitiva della regione, seguita da Cosenza e Vibo, mentre Catanzaro migliora leggermente e Reggio registra un arretramento.

Il quadro sociale generale, tuttavia, resta critico. Il reddito pro capite e la ricchezza complessiva rimangono bassi, il mercato del lavoro è debole e distribuito in modo disomogeneo, e i servizi pubblici, dalla sanità all’istruzione, continuano a soffrire di carenze infrastrutturali e gestionali. Le differenze tra province evidenziano disuguaglianze significative, con aree che beneficiano di piccoli miglioramenti e altre che restano fanalino di coda.

Questi dati confermano come la Calabria necessiti di politiche mirate, investimenti strategici e una visione organica per trasformare i risultati positivi isolati in crescita concreta e allargata. Le eccellenze emergenti in sanità, turismo e demografia possono diventare leve di sviluppo se accompagnate da interventi strutturali e sostenuti nel tempo. In un contesto di sfide profonde, la regione mostra così sia le fragilità che le opportunità: la vera sfida sarà riuscire a tradurre questi segnali incoraggianti in miglioramenti tangibili per la vita quotidiana dei calabresi. Ma occorre che la politica, le istituzioni si muovano con efficacia e immediatezza. Gli annunci non servono a nulla, occorre fare sul serio e avere, prima di tutto, una visione della Calabria del futuro. Cosa che oggi non ha dimostrato di avere nessuno.