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14/04/2025 ore 06.15
Attualità

Quel che resta delle Province in Calabria, pochi servizi e molti debiti: a Catanzaro un disavanzo di 36 milioni

Inizia oggi il viaggio di LaC alla scoperta dello stato attuale degli enti intermedi, stravolti nel 2014 dalla famigerata riforma Delrio. Nel capoluogo è in piano di riequilibrio finanziario, zavorrato da mutui, interessi passivi e dagli effetti negativi dei derivati. I gettiti delle imposte assorbiti per la gran parte dalle spese fisse. Per l’ordinaria gestione di scuole e viabilità resta ben poco   

di Luana Costa

Enti disarticolati, resi quasi inutili e incapaci di erogare servizi al territorio. È questa la situazione in cui versa la gran parte degli enti intermedi, stravolti nel 2014 dalla famigerata riforma Delrio; alcuni calati in un quadro economico di semiparalisi permanente e rimasti unicamente quale serbatoio di ingenti debiti da ripianare.

A Catanzaro, bilancio in negativo

È, ad esempio, il caso della Provincia di Catanzaro, in piano di riequilibrio finanziario, che nel 2023 ha chiuso il consuntivo con un disavanzo tecnico di 36 milioni di euro, in lieve miglioramento rispetto al 2022 (quando ha chiuso con un disavanzo di 39 milioni) e una proiezione – a preconsuntivo 2024 – che dovrebbe certificare l’intrapresa strada del risanamento finanziario. L’ente intermedio non ha ancora approvato il bilancio di previsione.

Le zavorre del passato 

Zavorre che, tuttavia, continuano a pesare negativamente nell’ordinaria amministrazione dell’ente, chiamata a garantire prioritariamente l’efficienza di edifici scolastici e viabilità in una provincia che si estende per oltre duemila chilometri quadrati. Ad attestarlo è la relazione allegata all’ultimo bilancio: «Anche per il 2023 la carenza di risorse correnti ha costretto la Provincia ad attestare i propri stanziamenti di spesa corrente su livelli molto bassi» si legge.

«I dirigenti responsabili della spesa hanno avanzato richieste di risorse in una ottica puramente conservativa».

A lumicino

Tradotto, lo stretto necessario. E focalizzato principalmente su istruzione e viabilità. A causa dell’esiguità di risorse in bilancio, la manutenzione delle strade si riduce allo sfalcio dell’erba e alla blanda riparazione del manto stradale. Interventi di più ampio respiro assicurati (ma solo in ordine di priorità) unicamente con fondi statali, poco più di due milioni di euro per strade e scuole. Assolutamente insufficienti. Con fondi di bilancio si riesce a malapena a far fronte al pagamento delle utenze.

La massa di debiti

È il triste destino di un ente che tra le priorità ha quella di onorare i propri debiti. In ordine di urgenza: il contributo alla finanza pubblica, la spesa per il rimborso delle quote capitali dei mutui e dei relativi interessi, i flussi negativi generati dai contratti derivati e i fitti passivi. Per dirla in breve, massa passiva.

Gettiti azzerati

Il contributo alla finanza pubblica, a titolo d’esempio, impatta con forza sul bilancio “azzerando” o “riducendo sensibilmente” i flussi in entrata. La Provincia può, infatti, contare principalmente sui gettiti garantiti dall’imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli (RCA), dall’imposta provinciale di trascrizione e dal tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali, liquidità quasi totalmente neutralizzate.

L’elenco della spesa

Al 31 dicembre 2023, da quanto emerge a consuntivo, la Provincia ha ancora sul groppone un debito di 24 milioni di euro derivante dal contributo alla finanza pubblica. L’elenco delle spese fisse è piuttosto lungo, ci sono i mutui accesi dall’ente e che nel corso degli anni hanno iniziato a maturare gli interessi (12 milioni ogni anno) e infine il capitolo derivati. Si tratta di strumenti finanziari adottati nel 2007 dalla Provincia per tentare di ridurre l’indebitamento ma che solo fino a metà del 2016 ha prodotto flussi positivi, da quell’anno in poi ha iniziato a generare massa passiva (12 milioni in cinque anni e mezzo). Nel 2023 «il valore differenziale di tasso d’interesse risulta negativo di 1.652.461».

Squilibrio strutturale 

Quindi l’amara conclusione. «Permane una seria situazione strutturale di squilibrio determinata dall’insufficienza delle risorse occorrenti per sostenere le spese che peraltro presentano un elevato grado di rigidità». È quanto si legge nella relazione con riferimento ai mutui e soprattutto al contributo di finanza pubblica, per quest’ultima «le risorse finanziarie a disposizione di parte corrente nell’esercizio 2023 si sono rivelate insufficienti per dare piena copertura».

In un simile contesto più che erogatrice di servizi sul territorio, la Provincia si è gradualmente trasformata in un bancomat per creditori, sempre attivo.