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23/10/2025 ore 13.48
Attualità

Sarkozy, l’ex presidente dietro le sbarre: la Francia non perdona i potenti che sbagliano

Da grandeur a carcerato. In Italia invece la legge non è mai uguale per tutti e gli indagati siedono tra i banchi del governo. E c’è chi è stato condannato e ha semplicemente cambiato poltrona

di Tacco di Ghino
Lafargue Raphael/ABACA

Nicolas Sarkozy sta trascorrendo i primi giorni in carcere, dove è stato accolto da urla e proteste deidetenuti, seguite da insulti e minacce.

Sarkozy per anni ha incarnato la grandeur francese, con il suo stile nervoso e dalla parola tagliente. Ma oggi è rimasto un uomo solo, abbandonato da tutti, che paga la sua megalomania, le sue contraddizioni e tanti punti oscuri che sono emersi durante il suo mandato presidenziale. Non sappiamo quanto effettivamente resterà dietro le sbarre, nonostante la condanna. Ma sicuramente il tempo necessario per comprendere che in Francia non si perdona nulla ai potenti che sbagliano. E ora è toccata a lui, schiacciato dal peso della giustizia e delle proprie contraddizioni.

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La Francia non perdona i potenti. E manda in prigione ex capi di Stato, ministri, parlamentari; un paese che scende in piazza al primo sentore d’ingiustizia. Quella francese è una democrazia viva, anche brutale, dove la rabbia si fa politica. Dove il popolo fa sentire il suo furore e costringe i governi a fare marcia indietro su provvedimenti anche fondamentali. Come è successo a Macron per la legge sull’aumento dell’età pensionabile.

In Italia, invece, tutto questo raramente accade, anzi quasi mai. Qui gli indagati siedono al governo, vincono le elezioni, gestiscono il potere, addirittura vengono difesi come martiri. I ministri restano al loro posto anche con accuse gravissime. Daniela Santanchè, simbolo di un potere che non conosce pudore, continua a rimanere incollata la sua poltrona ministeriale, nonostante le inchieste pesanti sul suo conto. E c’è chi è stato condannato e ha semplicemente cambiato poltrona.

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Sarkozy cade, ma la Repubblica francese resta in piedi. Da noi, invece, la Repubblica sembra piegarsi ogni giorno di più sotto il peso dell’impunità. Perché qui da noi la legge non è mai uguale per tutti.