Trasporti e spopolamento: a Dentro la Notizia il sindaco Magarò rilancia le sfide dell’area urbana cosentina
Il primo cittadino di Castiglione Cosentino propone una fermata del treno Sibari-Bolzano e torna a spingere sull’idea della città unica. E poi un consiglio per la battaglia contro la criminalità: «Contro la ‘ndrangheta servono cultura e lavoro, non solo manette»
di Paolo Mazza
Nella puntata di oggi di Dentro la Notizia (qui l’intera puntata), il format di approfondimento di LaC condotto da Pier Paolo Cambareri, si è discusso delle proposte avanzate dai sindaci dell’area urbana cosentina per il rilancio del sistema dei trasporti e il potenziamento dei servizi in un territorio strategico a livello regionale. Non solo: si è parlato anche di alta velocità ferroviaria, gestione dei servizi idrici e dei rifiuti, e del rischio di isolamento che minaccia i piccoli borghi.
Ospite in studio il sindaco di Castiglione Cosentino, Salvatore Magarò, che ha rilanciato l’idea di istituire una fermata del treno a lunga percorrenza Sibari-Bolzano nella stazione dell’area urbana: «Parliamo di una misura semplice, che non richiede grandi investimenti ma che potrebbe fare la differenza per un vasto bacino di cittadini. Riguarda tutta la provincia e, in particolare, l’area Cosenza-Rende, che attualmente non ha alcun collegamento ferroviario diretto con il resto del Paese», ha spiegato il primo cittadino.
Ma non si ferma qui: Magarò rilancia anche la possibilità di una seconda corsa diretta da Sibari a Milano, sottolineando come nel capoluogo lombardo viva una comunità calabrese e cosentina molto numerosa.
Sul tema dell’Alta Velocità, Magarò non nasconde un certo scetticismo: «Se ne parla da anni, sono già state spese risorse importanti, ma i segnali concreti faticano ad arrivare. I tecnici ritengono che l’opzione più realistica sia affiancare la nuova rete all’Autostrada del Sole, ma io non sono particolarmente ottimista sui tempi di realizzazione». E chiarisce che la proposta della fermata urbana non è in alternativa all’alta velocità, ma una soluzione pragmatica e immediata per migliorare i collegamenti.
Spopolamento
Un’altra questione al centro del suo intervento è quella dello spopolamento dei piccoli centri, un fenomeno che sta lentamente svuotando l’entroterra cosentino (e non solo). «Basta guardare i dati delle scuole: il calo delle nascite porta inevitabilmente a un calo della popolazione scolastica. A Castiglione, per ora, non viviamo questo problema proprio grazie alla vicinanza con l’area urbana, in particolare con Rende».
Proprio da qui nasce l’idea di Magarò di rilanciare un progetto di grande area urbana, che non comprenda soltanto Cosenza, Rende e Castrolibero, ma si estenda anche ai piccoli comuni come Castiglione, e alle valli del Crati e del Savuto. «È un’idea di cui si parla da almeno trent’anni — ricorda —, da quando ero presidente della Provincia. Ma finora si è fatto poco o nulla. Anche durante l’ultima campagna elettorale sulla città unica ho visto troppe divisioni, spesso pretestuose. I cittadini vogliono servizi efficienti e una visione futura concreta».
Rifiuti e acqua
Non è mancato un riferimento alle questioni legate ai rifiuti e alla gestione dell’acqua, due settori ancora gestiti in modo frammentato. Magarò ha elogiato la visione del presidente della Regione, che punta a razionalizzare i servizi attraverso nuovi organismi come Arrical e Sorrical, ma ha anche evidenziato le criticità: «L’intento è giusto, ma la realtà è che i costi per i comuni sono aumentati. Ancora oggi ogni comune gestisce da solo, e questo non consente né risparmi né qualità».
La cultura per combattere la ‘ndrangheta
Infine, da ex presidente della Commissione Anti ‘ndrangheta, Magarò ha espresso preoccupazione per la recente escalation criminale, come l’attentato all’autosalone di Villa San Giovanni. «Mi pare ci sia un calo d’attenzione rispetto a questo fenomeno, che continua a condizionare la vita quotidiana di imprenditori e cittadini. Combattere la mafia non significa solo arresti e sentenze: serve una vera azione culturale, investire nel lavoro per i giovani e valorizzare i simboli positivi, perché sono quelli che lasciano davvero il segno».
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