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22/10/2025 ore 22.21
Attualità

Tutti insieme per la pace, quattro Comuni del Cosentino chiedono al Governo il riconoscimento dello Stato di Palestina

VIDEO | I sindaci di Tarsia, Spezzano Albanese, San Lorenzo del Vallo e Terranova da Sibari hanno firmato un documento da mandare a Roma: «La tregua non basta, serve una pace duratura». Promossa anche una raccolta fondi per aiuti umanitari

di Franco Sangiovanni

Quattro diverse comunità riunite nella sala convegni Ferramonti di Tarsia per l'iniziativa "Uniti per la Pace in Palestina", promossa dai Comuni di Tarsia, Terranova da Sibari, Spezzano Albanese e San Lorenzo del Vallo. L'incontro è stato incentrato sul sostegno a una mozione congiunta finalizzata al riconoscimento dello Stato della Palestina. L’occasione ha visto una ricca presenza di autorità istituzionali, sedute sia al tavolo di presidenza che tra il pubblico, a testimonianza dell'impegno politico trasversale dei Comuni. 

Nonostante la recente tregua negoziata da Donald Trump, l'incontro ha voluto lanciare un messaggio forte e limpido rimarcando che la tregua non basta, per come nei pensieri di Ferdinando Nociti, sindaco di Spezzano Albanese: «Qualcuno ha chiesto, ma è opportuno in questa fase, in cui sembrerebbe ci siano primi segnali di pace? Noi diciamo assolutamente sì, è opportuno che questi quattro comuni facciano sentire la loro voce, perché in questo momento c'è una tregua. Noi speriamo che diventi una pace duratura». Un incontro pubblico che vuole sensibilizzare, se ancora non sia chiaro, la ferma volontà di tanti, facendo “rete”: «Abbiamo voluto fortemente con un'azione congiunta insieme a tutti gli altri comuni del comprensorio fare quest'iniziativa – spiega ai microfoni del nostro network Roberto Ameruso, sindaco di Tarsia –, un'iniziativa soprattutto per la pace, perché questa area martoriata, insomma, torni ad avere quel minimo di serenità».

Una presenza senza condizioni, per come certifica Vincenzo Rimoli, sindaco di San Lorenzo del Vallo: «Abbiamo pensato oggi, in questa giornata, di manifestarlo e di dirlo a tutti, anche perché è un luogo, questo è importante, di sofferenza, dove vogliamo che la sofferenza finisca». Una presa di posizione ferma, decisa, a difesa dei più deboli: «A favore della pace, ma di una pace giusta – dice Francesco Rumanò, sindaco di Terranova da Sibari –, il nostro comprensorio, con la giornata di oggi, sceglie formalmente da che parte stare, dalla parte della pace, dalla parte della giustizia, dalla parte dei deboli».

Le diverse comunità hanno voluto sottolineare con fermezza che è necessario arrivare a uno stato di pace definitivo e duraturo che può realizzarsi solo attraverso il pieno riconoscimento dello Stato della Palestina. La manifestazione, magari per qualcuno considerata fuori luogo, ha il valore di un'affermazione sulla necessità di un impegno politico profondo e strutturale. A dimostrazione di questa ferma volontà politica, i diversi sindaci coinvolti, supportati dalle rispettive Amministrazioni, hanno firmato un documento unico da inviare a Roma, nelle "stanze dei bottoni", per dare un segnale forte di coesione per ideologia e azione e sollecitare il Governo italiano a intraprendere la via del riconoscimento statale. Ad accrescere l'intensità emotiva della mattinata è stata la proiezione di un video delle classi 2°, 3A e 3B di San Lorenzo del Vallo che richiamava la triste realtà di Gaza dal titolo “Occhi su Gaza” realizzato dagli studenti che hanno trasformato “la loro empatia in colori e parole di solidarietà con lo scopo di gridare che anche da lontano non possiamo restare in silenzio”. Attraverso gli occhi degli studenti, il filmato ha crudelmente riportato alla memoria i giorni difficili vissuti nella Striscia di Gaza, rendendo tangibile la crisi umanitaria in corso.

Parallelamente, l'iniziativa ha unito l'azione politica alla solidarietà umanitaria con una raccolta fondi destinata al progetto "Creare Vita" di Alaa Ahmed, con l'obiettivo di fornire acqua potabile e altri beni essenziali alla popolazione palestinese. L'incontro di Tarsia, con la sua forte risonanza istituzionale e la commovente partecipazione degli studenti, si configura come un appello decisivo affinché l'Italia e la comunità internazionale si muovano oltre il concetto di "tregua" per abbracciare l'obiettivo irrinunciabile di una pace stabile attraverso il riconoscimento dello Stato palestinese.