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12/09/2025 ore 17.00
Attualità

Ucciso dalla ‘ndrangheta 35 anni fa, Bovalino ricorda il sacrificio del brigadiere Marino

L’alto ufficiale assassinato nel 1990 in un agguato. Il comandante della legione carabinieri Calabria Sciuto: «Abbiamo il dovere di coltivare la memoria di un eroe intelligente e coraggioso»

di Ilario Balì

Anche quest’anno l’Arma dei carabinieri ha ricordato a Bovalino il brigadiere Antonino Marino, medaglia d’oro al valor civile “alla memoria”, ucciso il 9 settembre 1990 in un agguato di ‘ndrangheta. Alla cerimonia di commemorazione, oltre ai familiari, hanno partecipato autorità civili, militari, religiose e giudiziarie della provincia, in presenza dei quali, nell’omonima piazza intitolata al sottufficiale, è stata deposta una corona d’alloro. Presente anche il comandante della Legione Carabinieri Calabria Riccardo Sciuto.

«Dispiace che si debba ovviamente sacrificare la vita di qualcuno ogni volta in questo territorio per poi produrre qualcosa di buono nelle generazioni che vengono - ha detto l'alto ufficiale - noi abbiamo il dovere di coltivare la memoria di un eroe che è stato anche un padre esemplare, un marito amorevole, un uomo e un carabiniere intelligente e coraggioso, e questa combinazione tra intelligenza e coraggio dà fastidio criminali, dà fastidio alla natura delle persone che distruggono questo questo territorio. Sotto profilo giudiziario le vicende sono state alterne, ma si è giunti comunque ad un esito e ad una conclusione come merita Antonio Marino».

Quindi è stata officiata una messa da parte del vescovo di Locri mons. Francesco Oliva. Marino si era occupato di varie indagini su traffici illeciti. Profondo conoscitore della criminalità, in qualità di comandante della Stazione di Platì aveva collaborato alle indagini su vari sequestri di persona che in quegli anni rappresentavano una delle principali attività criminali sul versante Ionico della Provincia di Reggio Calabria. La sera del 9 settembre 1990, dopo essere stato da poco trasferito alla Stazione carabinieri di San Ferdinando, il sottufficiale era a Bovalino Superiore con la propria famiglia in occasione della festa patronale quando fu avvicinato da un sicario che, approfittando della confusione che regnava e della concomitante esecuzione dello spettacolo pirotecnico, gli sparò contro alcuni colpi di pistola, colpendolo in parti vitali e fuggendo subito dopo. Nell’agguato furono colpiti, oltre al militare, all’epoca trentenne, anche la moglie incinta e il figlio Francesco di appena un anno e che oggi è un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri. «È come se fosse accaduto ieri - le parole della vedova Rosetta Vittoria Dama - il ricordo è molto fresco e vivo e il mio cuore è ancora spezzato. Ma lui non è morto, vive ancora in me, nei miei figli e nell’Arma dei carabinieri». Al brigadiere Antonino Marino, il 25 maggio 2010 è stata intitolata l’omonima piazza a Bovalino Marina e il 30 settembre 2011 la Caserma di Platì, sede dell’attuale Stazione Carabinieri.